Sud Sudan. Gravi inondazioni e aiuti insufficienti mettono in pericolo centinaia di migliaia di persone a Bentiu

di Maurizio Debanne * –

Pesanti inondazioni, tra le più gravi degli ultimi decenni, hanno colpito l’area intorno alla città di Bentiu, nel Sud Sudan settentrionale. La mancanza di una risposta rapida delle organizzazioni umanitarie e delle autorità costringe almeno 152mila persone sfollate a vivere in condizioni orribili e a confrontarsi con un aumento delle malattie infettive, insicurezza alimentare e malnutrizione.
Medici Senza Frontiere (MSF) esorta le organizzazioni internazionali presenti a Bentiu, le Nazioni Unite e le autorità locali, a rafforzare urgentemente l’assistenza sanitaria, alimentare e nutrizionale, i servizi igienico-sanitari e a offrire sistemazioni adeguate agli sfollati.
“La risposta umanitaria, pericolosamente lenta ed inadeguata, sta mettendo a rischio migliaia di vite” dichiara Will Turner, responsabile delle operazioni d’emergenza in Sud Sudan per MSF. “La situazione deplorevole all’interno del campo di Bentiu non è una novità. Per anni abbiamo ripetutamente segnalato le pessime condizioni del campo, eppure le altre organizzazioni e agenzie responsabili dei servizi igienico-sanitari non hanno sufficientemente aumentato o adeguato la loro risposta. Adesso, nonostante la crisi attuale, siamo come paralizzati, con impatti devastanti e rischi enormi per la salute delle persone che vivono nel campo di Bentiu e negli accampamenti improvvisati limitrofi”.

Oltre 850mila persone colpite dalle alluvioni, bisogni medici enormi.
Le alluvioni hanno colpito oltre 850mila persone in Sud Sudan e Bentiu, la capitale dell’Unity State, è stata l’area maggiormente colpita. A causa delle piene, circa 32mila persone sono fuggite ed ora vivono in campi improvvisati intorno alla città di Bentiu. Il numero degli sfollati interni a Bentiu è passato in soli due mesi da 12mila a 120mila, con migliaia di persone arrivate nelle ultime settimane.
“Quando è arrivata l’alluvione ha distrutto tutto. Abbiamo dovuto lasciare le nostre case. Non abbiamo niente, ci mancano beni essenziali come acqua potabile, cibo e teli di plastica per proteggerci” racconta Johnson Gailuak, un uomo di 28 anni sfollato a causa delle alluvioni (FOTO). “Il mio desiderio per il futuro è che il livello dell’acqua si abbassi così da poter tornare tutti a casa e avere cibo aa sufficienza”.
Con così tante persone nel campo, lo staff dell’ospedale di MSF a Bentiu lavora al limite delle proprie capacità. A novembre, le équipe di MSF hanno assistito in media circa 180 pazienti al giorno, la maggior parte bambini sotto i cinque anni affetti da malaria, infezioni del tratto respiratorio e malnutrizione.
A fronte di un aumento del 35 per cento dei ricoveri, registrato da agosto e ottobre, MSF ha aumentato di 45 posti letto il suo ospedale ai 135 già disponibili. Per rispondere all’aumento dei pazienti, le équipe di MSF hanno trasformato la sala riunioni e altri ambienti in ambulatori e aree pediatriche.
“Siamo estremamente preoccupati nell’osservare livelli di malnutrizione acuta grave due volte superiori quelli stabiliti dall’OMS e nel registrare un raddoppio del numero di bambini ricoverati nel nostro ospedale con malnutrizione grave dall’inizio delle inondazioni” afferma il Jacob Goldberg, responsabile medico di MSF in Sud Sudan.
Nel frattempo, l’ospedale statale di Bentiu è sovraccarico e l’assistenza sanitaria di base è insufficiente, con orari di apertura limitati e nessun aumento dei posti letto per affrontare l’elevato numero di bambini colpiti dalla malnutrizione.

La tempesta perfetta per lo scoppio di un’epidemia.
Nel campo di Bentiu le condizioni di vita sono orribili. Il sistema per il trattamento delle acque reflue è stato interrotto per settimane a causa delle inondazioni, rendendo non sufficiente il numero di latrine nel campo. Con l’aumentare degli arrivi a causa delle alluvioni, le persone sono costrette alla defecazione all’aperto, non hanno abbastanza acqua e nel campo non c’è nemmeno la raccolta della spazzatura.
Con condizioni di vita già deplorevoli, oggi ulteriormente peggiorate dall’afflusso dei nuovi arrivi, le persone sono più esposte a epidemie e malattie come la diarrea acquosa acuta, il colera e la malaria.
Nei campi a Bentiu il numero di pazienti affetti da malaria è estremamente preoccupante perché quando i livelli dell’acqua si ritirano si crea un perfetto habitat per le zanzare. La maggior parte delle persone che vivono nei campi non possiede le zanzariere e sono così pericolosamente esposte alla malattia. Circa il 60 per cento delle visite offerte dalla clinica mobile di MSF sono rivolte a pazienti affetti da malaria. In alcuni di questi campi le équipe mediche di MSF stanno iniziando a vedere un aumento della diarrea acquosa acuta, probabilmente a causa delle scarse condizioni igienico-sanitarie.
“Con l’ospedale completamente pieno, in caso scoppiasse un focolaio di una malattia infettiva, non avremmo abbastanza posti per rispondere adeguatamente” continua Goldberg di MSF.

MSF: “È necessaria un’azione urgente”.
MSF ha rapidamente incrementato le attività e portato un’ulteriore équipe di emergenza formata da personale medico, esperti di igiene e potabilizzazione dell’acqua e coordinatori per attività emergenziali, per gestire le cliniche mobili a Bentiu. All’interno del campo di Bentiu MSF attuerà anche una sorveglianza epidemiologica, e fornirà servizi idrici e igienico-sanitari per la pulizia e le riparazioni delle latrine. Ma queste attività non bastano a soddisfare gli attuali bisogni. La risposta umanitaria di altre organizzazioni ed agenzie rimane lenta e non adeguata, e i donatori stanno iniziando solo ora ad inviare fondi d’emergenza.
“La risposta umanitaria a Bentiu ha bisogno di un cambio di marcia urgente” conclude Turner di MSF. “Non c’è ancora cibo a sufficienza e anche la risposta igienico-sanitaria non è adeguata. Le persone non possono essere costrette a vivere in queste condizioni indegne, inutilmente esposte a malattie prevenibili. È necessaria un’azione urgente da parte di altre organizzazioni e agenzie internazionali”.

MSF a Bentiu.
MSF, in Sud Sudan dal 1983, lavora a Bentiu dal 2000. I team di MSF forniscono cure mediche agli sfollati in fuga dalla violenza e dai combattimenti. Le équipe di MSF forniscono cure materno-infantili, assistenza ai sopravvissuti alle violenze sessuali e di genere, trattamenti per HIV/AIDS, tubercolosi e Kala azar, oltre al supporto psicologico. MSF gestisce inoltre un centro di alimentazione terapeutica e un programma di assistenza all’interno del campo per sfollati interni che offre servizi idrici e igienici.

* Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere.