Sud Sudan. Sanzioni dall’Unione africana per mancati pagamenti

di Alberto Galvi

L’Unione africana ha sanzionato il Sud Sudan con una lettera del 17 giugno scorso al suo ministero degli Esteri firmata dall’ambasciatore James Pitia Morgan, rappresentante permanente del Sud Sudan presso l’Unione africana e alla Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa.
Il giorno dopo la missione del Sud Sudan in Etiopia ha scritto al ministero degli Esteri del proprio Paese informando il governo di essere stato sanzionato dopo che non è riuscito a pagare le quote associative annuali per tre anni consecutivi.
Il Sud Sudan, che si è separato dal Sudan il 9 luglio 2011, è entrato a far parte dell’Unione africana il 27 luglio 2011, diventando il 54esimo Stato membro.
Per questa ragione ai rappresentanti del Sud Sudan è stato vietato di prendere parte a una riunione dell’Unione africana dopo che il loro governo non è riuscito a pagare le commissioni scadute per un totale di oltre 9milioni di dollari.
Il viceministro agli Esteri del Sud Sudan Deng Dau Deng ha incolpato per gli anni di mancati pagamenti scaduti l’attuale situazione che il Paese sta affrontando con la pandemia di Covid-19.
Deng Dau Deng ha fatto notare all’organizzazione regionale che il Sud Sudan ha effettuato un pagamento parziale all’Unione africana alla fine del 2019.
Lo scorso dicembre il governo del Sud Sudan ha dichiarato di aver pagato il 15 percento dell’importo dovuto all’Unione africana, ovvero circa 3,5milioni di dollari.
Ricordiamo che il Sud Sudan è gravato da un considerevole debito a causa dell’aumento delle spese militari e degli alti livelli di corruzione del suo governo. La cattiva gestione economica del Paese non consente neanche di pagare in tempo i dipendenti pubblici, compresi polizia e militari.
Le sanzioni comporteranno che lo Stato membro sarà privato del diritto di prendere la parola o di apportare contributi alle riunioni dell’Unione africana.
L’insieme delle sanzioni per il mancato pagamento dei contributi finanziari adottato nel novembre 2018, impone misure a breve e lungo termine nei confronti degli Stati membri che non versano almeno il 50 per cento dei loro obblighi finanziari entro un periodo di tempo che va da un minimo di sei mesi fino a un massimo di due anni.
Una decisione molto più difficile era stata presa dall’Unione africana lo scorso anno, quando il Consiglio di pace e sicurezza dell’organizzazione regionale aveva votato per sospendere il vicino Sudan da tutte le attività dell’Unione africana fino alla formazione di un governo civile.
La decisione aiutò a rovesciare il governo di Omar al-Bashir, attraverso un’azione violenta da parte degli attivisti a favore della democrazia.
Le tensioni diplomatiche con l’Unione africana sono iniziate dopo che il governo del Sud Sudan e i suoi rappresentanti sono stati banditi a partecipare a tutte le future riunioni dell’organizzazione regionale.
La scorsa settimana ad Addis Abeba in Etiopia i diplomatici del Sud Sudan sono stati colti di sorpresa quando gli è stato chiesto di lasciare l’incontro dell’Unione africana dello scorso 17 giugno.
I ministeri degli Esteri e dell’Economia del Sud Sudan si stanno ora coordinando per risolvere la questione non solo con l’Unione africana, ma anche con le altre organizzazioni regionali.