Sud Sudan. Varato il governo di unità nazionale

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Il difficile processo di pace nella giovane democrazia del Sud Sudan, paese nato nel 2011, ha portato oggi alla nascita di un governo di unità nazionale, frutto anche degli accordi di Roma moderati nei mesi scorsi dalla Comunità di Sant’Egidio. Dopo nove ani di aspro clonflitto armato, i tre attori della politica che hanno raggiunto l’intesa sono il Sudan People Liberation mouvement – In Government (Splm-Ig) del presidente Salva Kiir, il Sudan People Liberation Mouvement – In opposition (Splm-Io) del capo ribelle Riek Machar, e il Ssoma, sigla che raccoglie gli altri movimenti di opposizione.
Più che una lotta fra partiti, il paese sconta le diatribe fra una decina di famiglie che hanno lavorato fino ad oggi per garantirsi il potere e le enormi ricchezze naturali del Sud Sudan, a scapito della stragrande maggioranza della poplazione costretta a vivere al di sotto della soglia di povertà. Basti pensare che il delicatissimo ministero della Difesa è stato affidato alla consorte di Machar, Angelina Teny. Sempre all’Splm-Io, per la precisione al fedelissimo di Machar Puot Kang Chol, è andato l’importante ministero del petrolio, risorsa di cui il paese è ricco.
Kiir, riconfermato presidente, si è assicurato per il suo partito una ventina di ministeri tra cui quello degli Ester (Beatrice Kamisa Wani), quello dell’Interno (Paul Mayom) della Giustizia Ruben Madol Aron), dell’Informazione (Michael Makuei Lueth) e delle Finanze (Garang Mabiordit).
Riek Machar è divenuto vicepresidente e si è assicurato 9 ministeri.