di Giuseppe Gagliano –
La situazione energetica del Sud Africa rappresenta un esempio drammatico di fallimento politico e gestionale in un settore cruciale per la stabilità e lo sviluppo economico del paese. Il caso della centrale di Komati, convertita da una capacità di 1000 MW a carbone a un parco eolico/solare da 220 MW, è emblematico di come una gestione inefficiente e una transizione energetica mal concepita possano avere conseguenze devastanti per l’economia e la società. La conversione di Komati, finanziata dalla Banca Mondiale, ha comportato il licenziamento del 90% della forza lavoro, impoverendo un intero distretto.
Questo esempio illustra i rischi associati a una transizione ecologica non pianificata adeguatamente, che, invece di promuovere lo sviluppo sostenibile, ha aggravato la crisi economica locale. Un altro aspetto critico è la gestione del trasporto del carbone, che rappresenta il 70% della produzione elettrica del Sud Africa. La sostituzione del sistema ferroviario statale con il trasporto su gomma gestito da piccoli appaltatori privati ha aumentato in efficienza e costi operativi, evidenziando problemi di corruzione e cattiva amministrazione.
Gli impianti sono stati danneggiati intenzionalmente per giustificare costose riparazioni assegnate a imprenditori amici, peggiorando ulteriormente la situazione delle infrastrutture energetiche. I continui blackout, combinati con il degrado delle infrastrutture idriche, hanno portato il Sud Africa sull’orlo del collasso.
La crisi energetica non solo minaccia la stabilità del paese, ma rappresenta anche un pericolo per l’intera regione sub-sahariana, data l’importanza economica e politica del Sud Africa.
Geopoliticamente la crisi energetica sudafricana potrebbe avere ripercussioni significative. Un Sud Africa instabile potrebbe alimentare tensioni regionali, incrementare i flussi migratori e ridurre la capacità del paese di giocare un ruolo di leadership in Africa. Inoltre la crisi energetica offre lezioni importanti per altri paesi in transizione energetica, compresa l’Europa, dove segnali di problemi simili stanno iniziando ad emergere. In conclusione, il caso sudafricano sottolinea l’importanza di una gestione competente e trasparente delle politiche energetiche. Una transizione ecologica deve essere ben pianificata e supportata da competenze tecniche adeguate per evitare di aggravare le condizioni economiche e sociali. La situazione in Sud Africa funge da avvertimento per altri paesi, evidenziando cosa non fare nella gestione delle risorse energetiche e nella transizione verso energie più sostenibili.