di Giuseppe Gagliano –
Il governo del Sudafrica, di fronte a un contesto commerciale globale sempre più ostile, sta rafforzando i suoi legami con il continente africano e con la Cina, suo principale partner commerciale. Il ministro del Commercio sudafricano Parks Tau ha sottolineato che, pur mantenendo rapporti con Stati Uniti ed Europa, il Paese è desideroso di sviluppare scambi interni all’Africa sfruttando l’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTA), che riunisce 1,3 miliardi di persone in un mercato da 3,4 trilioni di dollari.
La tensione commerciale globale è alimentata dalle crescenti tariffe tra Stati Uniti e Cina, nonché dalle nuove tasse europee sulle importazioni di carbonio, situazioni che il ministro ha definito una “guerra commerciale non dichiarata” che sta impattando il Sudafrica. La prospettiva di una nuova amministrazione Trump con tariffe del 10% su tutte le importazioni e del 60% sulle merci cinesi potrebbe scatenare una nuova ondata di protezionismo, rendendo vitale per il Sudafrica e le altre nazioni africane rafforzare la cooperazione continentale.
Tau ha evidenziato che l’integrazione commerciale dell’Africa è essenziale per sfruttare risorse chiave e per incentivare la produzione interna piuttosto che limitarsi all’esportazione di materie prime. Ha menzionato che il Sudafrica ha il potenziale per aumentare le esportazioni di elettrodomestici, acciaio e attrezzature minerarie verso altri Paesi africani, con un focus sulle catene di valore locali. Oltre al commercio intra-africano, il Sudafrica punta ad espandere le esportazioni verso la Cina, in particolare di prodotti agricoli come la carne e di beni manifatturati, mentre una delegazione cinese è attesa in Sudafrica per discutere investimenti nell’industria automobilistica. Tuttavia, l’economia sudafricana deve anche affrontare sfide interne come le leggi di empowerment nero, che impongono una quota del 30% di proprietà a gruppi storicamente svantaggiati e potrebbero dissuadere gli investitori stranieri.