Sudan. Continuano gli scontri etnici nella regione del Darfur

di Alberto Galvi

In questi giorni la regione del Darfur in Sudan è stata teatro di diversi scontri etnici tra i membri delle tribù arabe Rizeigat e Masalit, che hanno causato decine di morti e feriti.
I principali scontri sono avvenuti nella città di El Geneina, vicino al confine con il Ciad, che funge da hub per la consegna degli aiuti alla regione distrutta dal conflitto. Un numero imprecisato di persone è fuggito dalle proprie case nei quartieri di Hay al-Jabal e al-Jamarik nella città di El Geneina e si è rifugiato nelle moschee e negli edifici pubblici vicini. Il consiglio di sicurezza del Sudan ha dichiarato lo stato di emergenza e di aver dispiegato truppe nell’area per riportare la pace. 
La vasta regione del Darfur è stata teatro di un aspro conflitto scoppiato nel 2003, che ha provocato circa 300mila morti e 2,5 milioni di sfollati. Da allora sono stati firmati diversi accordi di pace, ma gli scontri etnici e tribali continuano a divampare periodicamente per il controllo del territorio e l’accesso all’acqua. La facilità di reperire armi, unita alle differenze etniche e alla confusione sulla proprietà della terra o dell’acqua, ha portato a una serie di omicidi. 
Questi scontri spesso mettono i pastori arabi nomadi contro i contadini stanziali di gruppi etnici non arabi. A gennaio, due settimane dopo la missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e dell’Unione africana, sono terminati i 13 anni di occupazione dell’area. In seguito all’accordo di pace di ottobre più di 200 persone sono state uccise in scontri tribali, fatti gravi come non accadevano da anni.
Il Sudan si trova nel pieno di un periodo di transizione difficile in seguito al rovesciamento del presidente di lunga data Omar al-Bashir nell’aprile 2019 per le proteste di massa contro il suo governo.
Il governo di transizione ha spinto per arrivare alla pace con i gruppi ribelli nelle principali zone di conflitto del Sudan, compreso il Darfur. Tuttavia, gli attacchi da parte di membri delle tribù arabe che al-Bashir aveva armato per combattere i ribelli si sono intensificati e gli scontri tribali sono aumentati nella regione pesantemente armata. L’ICC (International Criminal Court) ha accusato al-Bashir, di crimini di guerra e genocidio per presunta organizzazione della campagna di attacchi in Darfur.
Il 31 dicembre dello scorso anno, nonostante le popolazioni temessero ulteriori violenze nella regione, l’ONU e l’Unione africana hanno concluso la missione di mantenimento della pace durata 13 anni in Darfur.
Il governo sudanese ha affermato che una nuova forza di mantenimento della pace congiunta sarebbe in grado di proteggere i civili.