Sudan. Firmata la Dichiarazione costituzionale per il governo misto civile-militare di transizione

di Enrico Oliari –

C’è davvero aria di cambiamento in Sudan, non solo perché in luglio il governo di transizione militare, subentrato a quello del decaduto Omar al-Bashir, ha trovato l’intesa con i civili, mediata da Unione Europea ed Etiopia. Il generale Mohamed Hamdan Daglo, vice del presidente in carica Abdel Fattah el-Borhan ma di fatto uomo forte della giunta militare, ha firmato alla presenza di capi di stato e di governo stranieri tra cui il premier etiope Abiy Ahmed e il presidente sud-sudanese Salva Kiir, una Dichiarazione costituzionale con il rappresentante delle Forze per la libertà e il cambiamento, Ahmed al-Rabie. Presente anche il rappresentante di uno dei gruppi promotori delle proteste, il leader dell’Associazione dei professionisti sudanesi Mohammad Naji al-Assam, il quale ha dichiarato che “il sogno si è realizzato” e che “I sacrifici dei martiri della rivoluzione hanno spianato la strada alla celebrazione di oggi. Abbiamo aperto una nuova pagina nel Sudan e ne abbiamo chiusa un’altra di tre decenni di oppressione di corruzione”.
Alla fine della trentennale dittatura di Omar al-Bashir, decaduto l’11 aprile sotto le forti pressioni della piazza, è seguito un governo militare di transizione guidato un primo momento dal ministro della Difesa Awad Mohamed Ahmed Ibn Auf, ed oggi dal generale Abdel Fattah el-Borhan, il cui curriculum sembra essere più “pulito” non essendo coinvolto in crimini di guerra o soggetto mandati di cattura internazionali.
Da allora diverse città del Sudan sono divenute teatro delle manifestazioni di molti cittadini, guidati spesso dall’Associazione dei professionisti, che chiedevano il passaggio dei poteri ai civili, senza attendere il periodo di transizione di tre anni del governo dei militari. Manifestazioni che sono sfociate in aspri scontri con centinaia di morti soprattutto per la repressione operata dai paramilitari del generale Mohamed Hamdan Dagalo.
L’intesa raggiunta in luglio ed inserita oggi nella Dichiarazione costituzionale, prevede che il governo di transizione sarà formato da 5 militari e 5 civili, mentre l’11mo rappresentante sarà un civile approvato dai militari; tale governo provvisorio durerà 3 anni e 3 mesi, dopodiché a guidare il paese sarà un governo di civili eletti dal popolo. Martedì verrà scelto il nuovo premier, mentre il nuovo governo inizierà a lavorare il 28 agosto.
La firma della Dichiarazione costituzionale è stata salutata con entusiasmo da una folla oceanica a Khartoum, e manifestazioni di compiacimento di sono tenute in diverse città.
Il nome papabile come premier è quello dell’economista Abdalla Hamdok.

Mohammad Hamdan Dagalo.