Sudan. Firmati gli accordi di Abraham per la normalizzazione dei rapporti con Israele

di Alberto Galvi

Il Sudan ha firmato ufficialmente gli accordi di Abraham, accettando di normalizzare le relazioni mediate dall’amministrazione Trump con Israele. Prima del Sudan a sottoscrivere gli accordi sono stati Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Inoltre Israele ha ripristinato con il Marocco le relazioni passate e ha mantenuto piene relazioni diplomatiche con due dei suoi vicini arabi, Egitto e Giordania, dopo aver firmato i trattati di pace rispettivamente nel 1979 e nel 1994.
La firma è avvenuta all’ambasciata americana a Khartoum, dove il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha firmato a nome di Washington, ed il ministro della Giustizia sudanese Nasereldin Abdelbari ha firmato per il suo paese.
Il percorso del Sudan che aderisce agli accordi di Abraham è iniziato nel febbraio 2020, quando il leader del governo di transizione Abdel Fattah al-Burhan ha incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu in Uganda.
Diversi partiti politici sudanesi hanno respinto la decisione del governo di normalizzare le relazioni con Israele nel momento in cui è stata annunciata, formando un fronte di opposizione contro l’accordo.
Gli accordi di Abraham sono una serie di intese negoziate dagli Usa volte a normalizzare i rapporti dei paesi arabi con Israele, una strategia che mira ad aumentare le pressioni sui palestinesi contribuendone all’isolamento e all’indebolimento politico, e quindi portandoli ad accettare il piano di pace promosso dall’amministrazione Trump.
Fino ad oggi sia Hamas che l’Autorità palestinese hanno fatto sapere che non ci potrà essere una soluzione del conflitto israelo-palestinese senza essere coinvolti.
L’economia del Sudan ha sofferto per decenni le sanzioni statunitensi e la cattiva gestione di Omar al-Bashir, che ha governato il Paese dal colpo di Stato militare del 1989 sostenuto dai jihadisti. Il governo di transizione a maggioranza civile che ha preso il potere dopo la cacciata di al-Bashir nell’aprile 2019 ha stretto legami con gli Usa: il Sudan ha accettato di firmare gli accordi per essere rimosso dalla lista degli Stati che sponsorizzano il terrorismo, una designazione che ha bloccato l’accesso del Sudan ai prestiti internazionali. La cosa è avvenuta in dicembre, e gli Usa hanno concesso al Sudan un miliardo di dollari per aiutarlo a cancellare il suo debito con la WB.
Il Paese africano trarrà vantaggio dalla firma degli accordi di Abraham e del prestito ponte statunitense in quanto gli consentirà di entrare nel sistema bancario internazionale e alleviare il debito sovrano, ed al Sudan verranno garantiti ogni anno prestiti di 1,5 miliardi di dollari dalla WB, fondi necessari a risollevare dalla crisi l’economia sudanese.
Il Sudan era stato inserito nella black list degli Usa per aver dato rifugio negli anni novanta a Osama bin Laden e ad altri leader di al-Qaeda.
Circa 6.200 migranti e richiedenti asilo sudanesi vivono in Israele e circa 4.400 di loro provengono dalle regioni del Darfur, dei monti Nuba e del Nilo Azzurro, dove sono in corso conflitti.