di Giuseppe Gagliano –
La dichiarazione dell’ambasciatrice delle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield sull’impegno degli Stati Uniti a destinare 203 milioni di dollari per affrontare la crisi in Sudan evidenzia l’urgenza di un intervento internazionale in una regione devastata dal conflitto. La situazione umanitaria è drammatica, con circa 9 milioni di persone sfollate e oltre 1 milione costrette a lasciare il paese, mentre migliaia di vite sono state spezzate.
Nonostante l’attenzione globale sia principalmente rivolta ai conflitti in Gaza e Ucraina, la crisi in Sudan rappresenta una minaccia crescente per la stabilità regionale. Thomas-Greenfield ha sottolineato che i fondi saranno utilizzati per costruire rifugi per gli sfollati, fornire assistenza in denaro per l’affitto e aiutare i bambini a tornare a scuola, cercando di stimolare altri paesi a seguire l’esempio degli Stati Uniti.
Il conflitto, iniziato poco più di un anno fa, ha spinto decine di migliaia di persone a cercare sicurezza nel vicino Ciad. Le condizioni di vita in Sudan sono tragiche, con milioni di persone che affrontano carestia e fame estrema, al punto di dover mangiare terra e foglie degli alberi per sopravvivere.
L’ONU ha chiesto 2,7 miliardi di dollari per rispondere alle esigenze umanitarie, ma finora ha ricevuto solo 155 milioni di dollari, pari al 6% del necessario. Questo enorme divario nei finanziamenti rende ancora più urgente l’appello dell’ambasciatrice affinché le parti in conflitto vengano costrette a negoziare una soluzione pacifica.
Thomas-Greenfield ha fatto appello a coloro che hanno influenza sulle fazioni in guerra, esortandoli a fare pressione per avviare negoziati. Ha ribadito che non esiste una soluzione militare alla crisi e che la sofferenza del popolo sudanese continuerà finché non si raggiungerà un accordo politico. Questa crisi, se non affrontata adeguatamente, rischia di estendersi oltre i confini del Sudan, destabilizzando ulteriormente una regione già fragile. L’impegno degli Stati Uniti è un passo importante, ma la comunità internazionale deve intensificare gli sforzi per fornire aiuti umanitari e promuovere una soluzione negoziata che ponga fine alle sofferenze della popolazione sudanese.