
di Giuseppe Gagliano –
Le Forze di Supporto Rapido (FSR) del Sudan hanno accusato l’Iran di aver fornito armi all’esercito sudanese, fatto tuttavia smentito dal ministero iraniano degli Affari esteri. Il caso si inserisce in un quadro geopolitico più ampio in cui l’Iran cerca di rafforzare i suoi legami con il Sudan, un paese strategicamente posizionato nel Corno d’Africa.
Il Sudan, con la sua posizione sul Mar Rosso e la vicinanza al Medio Oriente, rappresenta un alleato potenziale di grande valore per l’Iran. Rafforzare i legami con Khartoum potrebbe offrire all’Iran diversi vantaggi, tra cui l’accesso a risorse naturali e mercati africani, un miglior posizionamento militare nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, e un contrappeso all’influenza di rivali regionali come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Le accuse delle FSR riguardanti l’uso di droni iraniani da parte dell’esercito sudanese non sono state accompagnate da prove concrete, e le istituzioni iraniane non hanno fornito commenti al riguardo. Tuttavia hanno generato preoccupazione a livello regionale e internazionale. Gli alleati occidentali e regionali del Sudan, in particolare i Paesi del Golfo, osservano con attenzione qualsiasi segnale di collaborazione militare tra Sudan e Iran, temendo un aumento dell’influenza iraniana in un’area già segnata da tensioni geopolitiche.
La risposta a queste accuse potrebbe portare a un rafforzamento dei blocchi regionali, con i Paesi del Golfo che potrebbero intensificare il loro supporto alle forze contrarie all’Iran nella regione. Inoltre le potenze occidentali potrebbero aumentare la loro presenza diplomatica e militare in Sudan per contrastare l’influenza di Teheran. Non è escluso che possano essere implementate sanzioni o altre misure di pressione contro il Sudan per dissuaderlo dal collaborare con l’Iran.