Sudan. Progetti sanitari Ue guidati dalla Cooperazione italiana allo Sviluppo

di Chiara Aranci

Khartoum. Il 5 dicembre scorso, Jean–Michel Dumond, ambasciatore dell’Unione Europea in Sudan, ha visitato i progetti di cooperazione allo sviluppo che sostengono l’agricoltura, la pesca, il miglioramento delle condizioni di vita, l’istruzione e la salute nello Stato del Red Sea.
La visita ha incluso anche i due progetti finanziati dall’Unione Europea, e guidati dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo: “Promoting Qualitative Health Services” e “Improve the Health Status of Vulnerable Population”, entrambi realizzati nei tre stati del Sudan Orientale (Red Sea-Kassala- Gedaref).
Con un finanziamento totale 13.1 milioni di euro, i due programmi hanno come obiettivo primario l’aumento dell’accesso al diritto universale alla salute. Questo è stato possibile ampliando i servizi sanitari di base nelle comunità rurali, sviluppando le amministrazioni sanitarie locali e sostenendo le politiche sanitarie nazionali. Parallelamente, le due iniziative hanno costruito e riabilitato strutture sanitarie, organizzato corsi di formazione per il personale sanitario e rafforzato il sistema di distribuzione dei farmaci.
A Port Sudan, l’ambasciatore Dumond ha incontrato il ministro della Salute dello Stato del Red Sea, Hatim Mohammed Aliass, e visitato due Centri di Salute, Omar Ibn Khatab e Ahmed Gasim, insieme all’Ospedale Materno-Infantile di Tagadom. Tutte le strutture sono state riabilitate ed equipaggiate con i fondi dell’Unione Europea. Le strutture, ad oggi operative, forniscono servizi sanitari di qualità a circa 110mila persone, in tre differenti zone di Port Sudan, dove risiedono anche rifugiati e sfollati.
“Oltre a rendere disponibili i servizi sanitari di cui la popolazione ha bisogno, queste due grandi iniziative sostengono l’amministrazione sanitaria sia a livello locale che federale e hanno creato modelli di successo, che dovrebbero essere replicati nello Stato del Red Sea e in tutto il Sudan. Fondi addizionali e il sostegno a una miglior capacita’ di pianificazione a livello statale e federale sono vitali per assicurare alla maggior parte della popolazione possibile l’accesso ai servizi sanitari di qualita’”- ha dichiarato l’ambasciatore Dumond al margine dell’incontro.
Gli interventi, iniziati nel 2014 e nel 2015, sono oggi esempio di una collaborazione di successo tra l’Unione Europea e l’Italia. “Abbiamo lavorato per rafforzare il sistema sanitario a livello locale e federale. Una solida e forte collaborazione e integrazione con la popolazione Sudanese e con le Istituzioni ci ha consentito di raggiungere i nostril obiettivi” ha aggiunto il dott. Paolo Giambelli, Esperto Sanitario della Cooperazione Italiana che guida i programmi europei.
All’Ospedale Tagadom, il direttore Ahmed Darreer, ha espresso un profondo riconoscimento all’Unione Europea e alla Cooperazione Italiana: “Quando l’Unione Europea e la Cooperazione Italiana sono arrivati in questa località per la prima volta per lavorare con noi, ci è sembrato un sogno. Oggi possiamo dire che è una realtà che ci rende orgoliosi di fare il nostro lavoro e di rispondere ai bisogni sanitari della popolazione”.