Sudan. Prosegue il conflitto, quasi impossibile portare aiuti umanitari

di Giuseppe Gagliano

Il conflitto in Sudan, in corso dal 2023, rappresenta una delle crisi più complesse e destabilizzanti dell’Africa orientale. La lotta per il potere tra l’esercito regolare sudanese, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, e le Forze di Supporto Rapido (RSF) del generale Mohammad Dagalo, conosciuto come Hemedti, ha devastato il Paese, con la capitale Khartoum e la regione del Darfur tra le aree maggiormente colpite.
L’ascesa di milizie paramilitari e l’uso crescente di droni e attacchi aerei hanno intensificato la guerra civile, portando a violenze che hanno sfidato ogni tentativo di pacificazione. Le RSF, originariamente create come forze ausiliarie per contenere le ribellioni, sono divenute un attore autonomo che ambisce al controllo politico e militare, consolidando il proprio potere nella regione del Darfur, storicamente tormentata da conflitti etnici e violenze.
L’escalation delle ostilità ha avuto ripercussioni umanitarie devastanti: metà della popolazione sudanese soffre di grave insicurezza alimentare, e il rischio di un collasso sociale ed economico è elevato. La comunità internazionale, nonostante numerosi appelli e promesse di aiuti, sembra incapace di arginare la spirale di violenza. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno stanziato ingenti fondi umanitari, ma la distribuzione degli aiuti è ostacolata dalla mancanza di sicurezza e dalla chiusura di importanti valichi di frontiera, come quello di Adré.
Nonostante la riapertura del passaggio tra Ciad e Darfur occidentale, la consegna di beni essenziali rimane insufficiente a coprire le necessità della popolazione colpita. La frammentazione del Paese, con il dominio di forze militari e paramilitari che operano con autonomia pressoché totale, ha fatto emergere un quadro di anarchia e impunità. Gli sforzi diplomatici sono finora falliti, con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che restano inascoltate e la comunità internazionale che non riesce a trovare un accordo per una risposta coordinata e decisiva.