Sudan. Sit-in delle famiglie, ‘compagnia UAE arruola nostri figli in Libia e Yemen’

di Vanessa Tomassini

Centinaia di famiglie sudanesi si sono riunite martedì di fronte al ministero degli Affari esteri a Khartum per protestare contro l’arruolamento di loro giovani da parte di una società degli Emirati Arabi Uniti, che li invierebbe a combattere in Libia e nello Yemen. Una folla di donne e uomini si è radunata davanti all’ingresso principale del ministero degli Affari esteri sudanese sotto lo slogan “i nostri figli non sono in vendita, ridateci i nostri giovani”.
L’agenzia francese “AFP” ha riportato, citando numerosi manifestanti, che ai loro familiari è stato concesso un visto per entrare negli Emirati attraverso un’agenzia di viaggi, dopo aver pubblicato un annuncio di lavoro su un giornale locale. La proposta riguardava posizioni di guardie armate o servizi di sicurezza nella compagnia “Black Shield”, ricollegabile al governo degli Emirati Arabi Uniti.
“Mio fratello ha viaggiato negli Emirati il 20 agosto e sei giorni fa abbiamo perso i contatti con lui”, ha detto Salma Mohamed, uno dei manifestanti, aggiungendo di aver visto sui social media che è stato inviato con altri in Libia o Yemen. “Non abbiamo informazioni su di lui e vogliamo che ritorni”, ha dichiarato l’uomo ai microfoni dell’AFP.
Il manifestante Imad Al-Din Othman ha dichiarato che suo figlio ha fatto ritorno oggi dalla Libia agli Emirati, spiegando che “Mio figlio ha viaggiato negli Emirati Arabi Uniti lo scorso settembre e dieci giorni fa abbiamo perso i contatti con lui”. L’uomo in questione sarebbe stato impegnato in operazioni nell’area di Ras Lanuf.
Nei giorni scorsi la stampa internazionale ha riportato di diverse migliaia di combattenti sudanesi impiegati come mercenari in Libia tra le forze di Khalifa Haftar, ma il coinvolgimento di combattenti stranieri riguarda entrambe le parti. Infatti anche le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per gruppi di mercenari e per l’impiego di migranti da parte delle fazioni libiche in conflitto, rivelando il sempre maggiore coinvolgimento straniero in Libia. In questo contesto sono state diffuse sui social network nelle scorse ore, le immagini di quelle che vengono descritte come “fregate truche” di fronte alla costa occidentale della Libia.

Articolo in mediapartnership con SpecialeLibia.