Supremazia scientifica e tecnologica cinese alle porte

L’Australian Strategic Policy Institute in un suo rapporto mostra limpidamente che Su 44 tecnologie critiche avanzate la Cina risulta essere prima in 37!

di Alessandro Pompei

Il Critical Technology Tracker [1] è un grande progetto dell’Australian Strategic Policy Institute (ASPI), sviluppato per aiutare ad identificare attraverso il numero ed il risalto internazionale delle pubblicazioni scientifiche [2] il primato tecnologico ed il conseguente rischio di perderlo delle singole nazioni.
Il sito Web contiene un’enorme quantità di dati e analisi originali, che vengono riassunti da un report di 84 pagine, che accompagna la presentazione del Critical Technology Tracker, lo scorso 2 marzo.
Il report contiene una serie di istantanee visive, tra cui una che delinea la nazione leader ed il relativo rischio di monopolio tecnologico e un’altra che mostra le classifiche delle prime 5 nazioni in 44 tecnologie critiche. [3]
Nel rapporto viene più volte evidenziato come le nazioni occidentali stanno perdendo la competizione tecnologica globale, compresa la corsa alla ricerca ed alle scoperte scientifiche che sono alla base dello sviluppo e del controllo delle tecnologie più importanti del mondo e anche di quelle che ancora non esistono.
Secondo il rapporto la Cina ha costruito le basi per posizionarsi come la principale superpotenza scientifica e tecnologica del mondo, stabilendo un vantaggio a volte sbalorditivo nella ricerca ad alto impatto nella maggior parte dei settori tecnologici critici ed emergenti.
I dati raccolti dall’ASPI rivelano che c’è un grande divario tra la Cina e gli Stati Uniti, come c’è un grande divario tra i due e il restanti paesi.
I dati indicano quindi un piccolo gruppo di nazioni di secondo livello guidate da India e Regno Unito, altre nazioni che compaiono regolarmente ad un alto livello in molti campi tecnologici, includono la Corea del Sud, la Germania, l’Australia, l’Italia e meno spesso il Giappone.
Il vantaggio globale della Cina si estende a 37 delle 44 tecnologie emergenti che ASPI sta attualmente monitorando, coprendo una serie di settori tecnologici cruciali che spaziano dalla difesa, allo spazio, alla robotica, all’energia, all’ambiente, alla biotecnologia, all’intelligenza artificiale (AI), ai materiali avanzati ed alle principali aree della tecnologia quantistica, inoltre il Critical Technology Tracker mostra che, per alcune tecnologie, tutti i 10 principali istituti di ricerca del mondo hanno sede in Cina e generano collettivamente documenti di ricerca ad alto impatto nove volte superiori rispetto al secondo paese classificato (il più delle volte gli Stati Uniti).
In particolare l’accademia cinese delle scienze si colloca in alto (e spesso è prima o seconda) in molte delle 44 tecnologie incluse nel Critical Technology Tracker, si legge nel rapporto.
Inoltre emerge anche che gli sforzi della Cina vengono rafforzati attraverso l’importazione di talenti e conoscenze, addirittura un quinto dei suoi documenti ad alto impatto è stato scritto da ricercatori con formazione post-laurea in una delle nazioni dei Five-Eyes, ovvero nel gruppo di nazioni anglofone interne all’accordo UKUSA.
Il rapporto cita come emblematico della sottovalutazione occidentale della corsa scientifica e tecnologica della Cina, lo stupore generato nell’intelligence statunitense, nell’agosto del 2021, nell’apprendere delle capacità cinesi nel settore dei missili ipersonici con capacità nucleare, settore che vede gli Stati Uniti pionieri, grazie alla ricerca di base fatta da enti pubblici come NASA e DARPA nei primi anni 90’, ma che oggi si trova abbondantemente in ritardo dietro a Russia, Cina e persino India.
Eppure a detta dell’ASPI tutto ciò sarebbe stato facilmente prevedibile monitorando il numero di pubblicazioni e la relativa qualità delle stesse, infatti negli ultimi cinque anni, la Cina ha generato il 48,49% dei documenti di ricerca ad alto impatto nel mondo sui motori aeronautici avanzati, compresi quelli ipersonici, e ospita sette dei dieci principali istituti di ricerca del mondo in quest’area tematica.
L’Australian Strategic Policy Institute afferma chiaramente nel suo rapporto che il vantaggio della Cina è il prodotto di una progettazione deliberata e di una pianificazione politica centralizzata, come del resto è stato più volte sottolineato da Xi Jinping e dai suoi predecessori.
Una centralizzazione e una capacità di pianificazione che ora potrebbe uscire ulteriormente rafforzata dal rito annuale delle due sessioni che è stato ufficialmente inaugurato sabato scorso, ora rispetto a questo sempre più evidente vero e proprio sorpasso della potenza economica e tecnologica cinese rispetto all’occidente che sembra avere concrete difficoltà a tenere il passo.
Gli Stati Uniti sembrano aver scelto la strada di separare la parte del mondo sotto la loro influenza utilizzando l’arma dei divieti alla Cooperazione tecnologica, infatti la politica dei divieti alle esportazioni in Cina di tecnologie avanzate, iniziata da Trump nel Maggio 2019 con l’ingresso di Huawei nella Entity List è continuata inasprendosi.
È infatti emblematico ricordare il divieto di esportazione in Cina posto a settembre 2021 dall’amministrazione Biden alle schede video avanzate di Nvidia ed ai processori avanzati di AMD, soprattutto le componenti Nvidea erano molto importanti per la costruzione di server, usati tanto nella grafica, quanto nelle Blockchain, tutte situazioni che hanno ulteriormente motivato tanto le autorità di Pechino quanto diverse aziende cinesi a guardare ulteriormente all’interesse verso una autonomia nel settore delle GPU, con interessanti rapidi successi [4] [5], seppure al momento non completamente risolutivi per quanto riguarda i volumi di produzione richiesti dal mercato cinese, inutile dire che il blocco della vendita in Cina ha portato oltre che la brusca restrizione del mercato dell’azienda americana ad una brutta caduta in borsa della stessa [6].
Le politiche isolazioniste americane comportano divieti che riguardando anche tutte le tecnologie prodotte da aziende americane presenti su prodotti di aziende straniere, ciò inevitabilmente impone un isolamento dell’occidente ed impone alla Cina di sviluppa continuamente altre modalità e altri mercati come nel caso paradigmatico di Huawei [7] e di Biren Technology [4].
Nel report dell’ASPI dopo aver invitato a vedere come un campanello d’allarme i risultati scientifici cinesi, i quali (a loro giudizio) qualora diventassero leader nei prossimi settori tecnologici di punta o in quelli già esistenti, potrebbero utilizzare tecniche coercitive verso governi e imprese non allineati con i loro interessi, ivi inclusa la sospensione della fornitura di tecnologie critiche (ovvero esattamente lo stesso che qualcun altro fa da decenni).
Tuttavia nel report dell’ASPI vengono anche fatte diverse proposte interessanti, si dice che le nazioni occidentali dovrebbero prendere seriamente in considerazione l’idea di realizzare fondi sovrani pari allo 0,5%–0,7% del reddito nazionale lordo, che forniscono capitale di rischio alla ricerca e finanziamento su larga scala, con una parte considerevole riservata a fondi ad alto rischio e ad alto rendimento.
Inoltre i governi dovrebbero pianificare:
Visti tecnologici e borse di ricerca.
Rivitalizzazione del settore universitario attraverso borse di studio specializzate per studenti e tecnologi che lavorano in prima linea nella ricerca tecnologica critica.
Ristrutturare i sistemi di tassazione per deviare il capitale privato verso il capitale di rischio e intensificare gli sforzi per nuove tecnologie promettenti.
Nuovi partenariati pubblico-privato e centri di eccellenza per favorire maggiori opportunità di commercializzazione.
A cui dovrebbe aggiungersi una maggiore collaborazione scientifica tra le nazioni occidentali e dal momento che l’Australia ne fa parte, lascia intendere che i Five-Eyes debbano avere un qualche ruolo privilegiato in questa “collaborazione” inter-occidentale da loro proposta, (tra anglofoni e figli di un Dio minore).
Tutto al fine di evitare di perdere la leadership tecnologica, in settori strategici come accaduto nel settore del 5G [7].
Come sottolinea il fisico e giornalista italiano Giuliano Marucci, storca colonna della trasmissione Report di RAI 3 (e primo in Italia a parlare del rapporto dell’ASPI [8]), sul fronte della guerra tecnologica, la disfatta delle Infrastrutture digitali non è l’unica brutta notizia per l’occidente, anche se ciò potrebbe non essere un male in quanto, l’ascesa Cinese potrebbe innescare una competizione positiva, obbligando gli attori occidentali ad un massiccio investimento in formazione e ricerca scientifica [9].
Un po’ come per gli investimenti Cinesi in Africa, i quali hanno obbligato tutto l’occidente a fare altrettanto, nel mondo potremmo tornare a vedere una competizione virtuosa sugli investimenti per la ricerca scientifica, competizione che potrebbe cambiare il volto del mondo..
Dice Giuliano Marucci in proposito: << Il New-normal della Cina ha imposto agli occidentali di cambiare copione, infatti pur di non lasciarsi estromettere completamente dal continente, finalmente anche gli occidentali hanno cominciato a proporre investimenti e piani di sviluppo che potrebbero dare una spinta fondamentale all'economia africana, anche lì mica lo hanno fatto per buon cuore gli europei, lo hanno fatto Perché sono stati costretti, altrimenti l'Africa tutta diventerebbe un alleato a 360 gradi della Cina e ci avrebbe cacciato a calci, stessa cosa qua, se la minaccia cinese ci spinge a tornare a investire seriamente nella ricerca e nella produzione ha già fatto un buon servizio per il mondo. D'altronde durante la guerra fredda ad obbligare l'occidente a sviluppare il modello sociale politico ed economico probabilmente più avanzato della storia dell'umanità, almeno fino ad oggi, fu proprio la minaccia Sovietica, che però poteva contare anche sulla capacità organizzativa delle classi subalterne all'interno dei paesi occidentali stessi, ora la minaccia esterna della quale Evidentemente non sappiamo fare a meno è tornata, all'appello però manchiamo ancora noi il 99% e la capacità di rivendicarne gli interessi, l’opportunità però è gigantesca, tocca a noi riuscire ad approfittare.
Note:
[1] https://techtracker.aspi.org.au/
[2] https://akjournals.com/view/journals/11192/87/1/article-p85.xml
[3] https://ad-aspi.s3.ap-southeast-2.amazonaws.com/2023-03/ASPIs%20Critical%20Technology%20Tracker_0.pdf?VersionId=ndm5v4DRMfpLvu.x69Bi_VUdMVLp07jw
[4] https://www.nextplatform.com/2022/08/25/china-launches-the-inevitable-indigenous-gpu/
[5] https://technewsspace.com/china-can-quickly-create-alternatives-to-nvidia-and-amd-accelerators-which-the-united-states-has-banned-from-exporting/”
[6] https://www.reuters.com/technology/nvidia-says-us-has-imposed-new-license-requirement-future-exports-china-2022-08-31/
[7] https://www.notiziegeopolitiche.net/la-cina-ormai-prossima-alla-supremazia-tecnologica-domina-il-mobile-world-congress-di-barcellona/
[8] https://youtu.be/GiJwVg9xSUc?t=868
[9] https://www.youtube.com/@OttolinaTV