Svezia. Ancora scontri razziali

di C. Alessandro Mauceri –

In Svezia, a Malmo, un membro del gruppo “Stram Kurs” ha bruciato una copia del Corano come protesta anti-islam in seguito all’arresto di Rasmus Paludan, leader di un partito politico danese anti-immigrazione “Hard-Line”. In un primo momento le autorità avevano comunicato che Paludan era stato bandito dalla Svezia per due anni a causa di presunte violazioni della legge; lo scorso anno lo stesso Paludan aveva dato fuoco ad una del Corano dopo aver avvolto il libro con un pezzo di pancetta. In risposta all’annuncio dell’esilio, Paludan aveva pubblicato un post in cui diceva di essere stato “bandito dalla Svezia per due anni. Tuttavia, stupratori e assassini sono sempre i benvenuti!”. Dichiarazioni che hanno scatenato reazioni violente. Il suo arresto aveva già suscitato indignazione tra i suoi seguaci che nei giorni scorsi hanno manifestato e incendiato il Corano dopo averlo preso a calci.
La reazione della popolazione musulmana non si è fatta attendere. Nella città della Svezia meridionale più di 300 manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia e bruciato pneumatici.
Durante la rivolta Samir Muric, importante imam di Malmo, ha cercato di evitare gli scontri facendo avanti e indietro tra la polizia e i rivoltosi, implorando i manifestanti di fermarsi accusandoli di svergognare la propria religione. Muric ha condannato le rivolte anche sulla propria pagina Facebook: “Coloro che agiscono in questo modo non hanno nulla a che fare con l’ Islam”, ha scritto. “Le loro grida piene di ‘la ilaha ill Allah’ e ‘Allahu Akbar’, sono solo esplosioni che non capiscono, perché se le avessero davvero comprese, non avrebbero agito in questo modo”.
Sono stati molti i musulmani che si sono schierati contro la rivolta: “Non mi piace, perché gli arabi stanno rovinando le cose per la nostra comunità qui in Svezia, perché un uomo danese ha bruciato un Corano”, ha dichiarato uno di loro, nato e cresciuto a Malmo da genitori libanesi. “Questo è quello che vogliono loro. Vogliono che siamo così. Non l’ho mai visto in vita mia. Sono scioccato”.
Amar Mohsen, diciottenne di madre russa e padre iracheno, ha dichiarato ad un giornale che i politici avrebbero dovuto fare di più per condannare il gesto di bruciare il Corano. “I politici in Svezia dicono che ‘È un diritto umano. Fai quello che vuoi. Vivi in ​​un paese libero. Puoi bruciare un Corano davanti a una moschea’. Non è così. Colpirà molte persone e penso che saremo più divisi”.
In un comunicato, la polizia ha dichiarato di stare facendo il possibile per ripristinare la legge e l’ordine a Malmo. “Non abbiamo tutto sotto controllo ma stiamo lavorando attivamente per prendere il controllo. Vediamo un collegamento tra ciò che sta accadendo ora e quello che è successo prima di oggi”, ha dichiarato il portavoce della polizia Calle Persson. Le autorità svedesi hanno arrestato tre persone per aver bruciato il Corano e promosso “l’odio razziale”.
Scontri violenti sono stati registrati anche in Norvegia: il giorno dopo gli scontri a Malmo, a Oslo c’è stato uno scontro tra manifestanti e contro-manifestanti. Secondo alcuni rapporti, gli scontri sarebbero iniziati durante la manifestazione organizzata dal gruppo Stop Islamization of Norway (SIAN) vicino al Parlamento quando i contro-manifestanti hanno cercato di bloccare la manifestazione suonando tamburi e cantando che non volevano gente “razzista” in giro.
Molti hanno cercato di collegare i due eventi, ma le autorità hanno precisato che si tratta di eventi distinti e senza alcun legame.