Svezia. Il libretto di preparazione alla guerra? Macchè: è della Protezione civile, e riguarda le calamità

di C. Alessandro Mauceri

“Se vuoi la pace, prepara la guerra” (Si vis pacem, para bellum), diceva una locuzione latina di autore ignoto ma riportata in molti testi per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi.
Nelle scorse settimane la Svezia, uno dei paesi che finora ha cercato di avere un taglio basso sul fronte dei conflitti internazionali, ha dato l’impressione di volersi preparare ad un conflitto armato ormai prossimo distribuendo a tutte le famiglie (4,8 milioni) un opuscolo di venti pagine, contenente istruzioni “In caso di crisi o guerra”. Un titolo che è bastato a far temere in un ormai prossimo conflitto armato. Specie dopo le scintille tra il governo di Stoccolma e quello di Mosca.
Di libretti simili non se ne vedevano da decenni: l’ultima volta che era stata distribuita una pubblicazione simile era negli anni della Guerra Fredda. E prima di allora, nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale. Una decisione che non poteva non preoccupare vista recente decisione di aumentare la spesa militare e di reintrodurre la leva obbligatoria. E lo scorso anno si è tenuta la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni.
A ben guardare, però, si scopre che incaricato di scrivere il libretto non è stato l’esercito o le forze armate, ma la Protezione civile. Poi sono bastate poche parole poco chiare per far sorgere il dubbio: “Anche se la Svezia è più sicura di molti altri Paesi, esistono minacce”, ha detto Dan Eliasson, capo della locale Protezione civile, “È importante che tutti siano a conoscenza di ciò che può minacciarci, così possiamo prepararci in caso si verifichi qualcosa di grave”. “La società civile è vulnerabile, perciò dobbiamo prepararci”, ha spiegato Eliasson. In realtà molti dei consigli contenuti nel libretto potrebbero servire sia in un possibile conflitto armato che in caso di calamità naturali. A cominciare dal significato di sirene e allarmi. Ma anche cosa potrebbe avvenire in caso di arresto dell’erogazione dell’energia elettrica, dell’acqua, di reti telefoniche e internet non funzionanti (o diffusori di fake news), e di trasporti e servizi bancari inaccessibili. E poi in caso di scarsità di cibo. A questo aspetto il libretto dedica un intero capitolo intitolato “consigli per la preparazione in casa”: qui viene detto come rifornirsi di bottiglie d’acqua, abiti caldi e sacchi a pelo, ma anche di “cibo a lunga conservazione che può essere preparato velocemente e che richieda poco acqua o che può essere consumato senza cottura”.
Tutti consigli utili anche in caso di eventi catastrofici naturali. Come ha confermato la portavoce della Protezione civile svedese, Christina Andersson, che in un’intervista ha dichiarato: “Allora l’attenzione era solo sulla guerra, oggi la società è totalmente diversa. C’è una minaccia molto più complessa di cambiamenti climatici, attacchi terroristici, pandemie e impatto sull’informazione”.
È vero che i rapporti con i vicini russi non sono idilliaci, così come è vero che i precedenti libretti sono stati pubblicati in periodi particolari della storia svedese. Da qui però a dire che la Svezia è pronta ad entrare in guerra, però, il passo è forse un po’ troppo lungo. Lo stesso titolo dice “In caso di Crisi o di Guerra” non “In caso di Guerra” e basta.
In realtà, il “libretto” probabilmente è stato pensato (nel 2017 quando i rapporti con la Russia non erano così duri) più come mezzo di informazione per la preparazione alle emergenze (non è un caso se proprio questo è il titolo del primo capitolo). Il fatto che tra le emergenze ci possano essere “anche” i conflitti armati non è sufficiente a dire che la Svezia si sta preparando alla guerra…