Taiwan. Bocciati i quattro referendum sostenuti dall’opposizione

di Alberto Galvi –

I quattro referendum per cui si è votato nei giorni scorsi a Taiwan non sono stati approvati. Questa è una grave battuta d’arresto per l’opposizione che aveva espresso il voto referendario come una dimostrazione di sfiducia al governo. Il risultato consente al presidente dell’isola Tsai Ing-wen e al suo governo di continuare le loro criticate politiche commerciali ed energetiche molto vicine a Washington.
Le proposte referendarie includevano il riavvio delle costruzioni delle centrali nucleari, il divieto di importazione di carne di maiale contenente residui di ractopamina, l’arresto di un progetto di terminale di gas naturale liquefatto vicino alle barriere algali a Taoyuan e tenere i futuri referendum solo in concomitanza con un’elezione generale.
Il principale partito di opposizione, il KMT (Kuomintang), aveva invitato gli elettori ad approvare ogni quesito, mentre il DPP (Democratic Progressive Party) di Tsai ha chiesto un voto contrario per le quattro consultazioni.
Secondo i dati della Commissione elettorale centrale il numero di persone che hanno votato ha superato i 4 milioni, circa 3,85 milioni coloro che hanno espresso voto favorevole, su un totale di oltre 19,82 milioni di aventi diritto. Il Referendum Act di Taiwan stabilisce che un quesito referendario passa solo se è sostenuto da almeno il 25 per cento dei cittadini aventi diritto al voto. I referendum si tengono ogni due anni e i loro risultati non sono vincolanti. In queste elezioni la Cina ha esercitato pressioni su Taiwan affinché accettasse le rivendicazioni di sovranità di Pechino e le tensioni tra i due Stati sono molto aumentate. Il Partito nazionalista cinese ha accusato il governo taiwanese di volersi avvicinare troppo a Washington.