Cina. Il Libro Bianco parla della riunificazione di Taiwan con la forza

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Nel suo programma del Libro Bianco, aggiornato con cadenza non regolare, il governo centrale cinese è tornato a ribadire la necessità che la Repubblica di Cina, cioè Taiwan, ritorni alla Repubblica Popolare Cinese a costo di usare la forza. Inoltre vi è scritto l’impegno a combattere i separatismi in Tibet e nello Xinjiang.
Taiwan si è separata dalla Cina continentale nel 1949, ed i due paesi riconoscono l’altro come secessionista: l’entrata della Cina nelle Nazioni Unite, nel 1971, ha comportato il disconoscimento di Taiwan da parte di quasi tutti i paesi membri.
Il rapporto imposta la questione dei separatismi in chiave difensiva e mete come possibile il contrattacco, cosa che ne autorizzerebbe l’impiego della forza, ed il portavoce del ministero della Difesa, Wu Qian, ha affermato che “L’esercito cinese combatterà chiunque osi separare Taiwan dalla Cina. Difenderemo l’unità sovrana del Paese e l’integrità territoriale”.
Tra l’altro è notizia di due settimane fa dell’intenzione dell’amministrazione Usa di fornire a Taiwan armi per un valore complessivo di circa 2.2 miliardi di dollari, e la vendita è stata approvata dal Dipartimento di Stato Usa.
Sull’isola di Taiwan arriveranno quindi sia carri armati e artiglieria sia tecnologia militare e 250 missili Stinger “al fine di affrontare minacce attuali e future”.
Proteste sono state fatte da Pechino, che ha minacciato sanzioni nei confronti degli Usa.