Tanzania. Accordo quadro con Equinor e Shell per esportare GNL

di Alberto Galvi

La Tanzania ha firmato un accordo quadro con Equinor e Shell che li avvicinerà a un progetto da 30 miliardi di dollari per esportare GNL (Gas Naturale Liquefatto). L’accordo prevede una decisione finale di investimento entro il 2025 e l’inizio delle operazioni tra il 2029 e il 2030; verrà realizzato un impianto per la liquefazione del gas nella città costiera meridionale di Lindi.
L’accordo segna un significativo passo avanti negli sforzi della Tanzania per avviare l’esportazione dai vasti giacimenti di gas al largo delle sue coste, stimati in oltre 1.630 miliardi di metri cubi. Il presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha accolto con favore l’accordo preliminare. I piani per l’impianto di GNL sono rimasti in stallo per diversi anni sotto il suo predecessore John Magufuli.
Equinor gestisce il Blocco 2 della Tanzania, in cui anche ExxonMobil detiene una partecipazione. Insieme alla ExxonMobil, Equinor sta sfruttando un’area a circa 100 chilometri dalla costa di Lindi, dove afferma di aver trovato 566 miliardi di metri cubi di gas naturale.
Equinor mira a lavorare al progetto GNL con Shell, che gestisce il Blocco 1 e il Blocco 4. Shell, insieme a Ophir Energy e Pavilion Energy, afferma di aver scoperto 453 miliardi di metri cubi di gas in altri due blocchi offshore nella stessa area. La Tanzania utilizza già alcune delle sue scoperte di gas naturale per la produzione di energia e per gestire impianti di produzione. Inoltre si prevede anche di costruire un impianto di fertilizzanti.
Durante la pandemia di coronavirus l’economia della Tanzania ha subito un duro colpo, poiché le restrizioni di viaggio hanno colpito una fonte di reddito chiave in Tanzania, cioè il settore del turismo.