Tensione nel Mediterraneo orientale per l’esplorazione dei fondali

Nave da guerra greca sperona una nave turca. La Francia manda propri mezzi. Le minacce di Erdogan.

di Enrico Oliari

Cresce la tensione tra Grecia e Turchia nel Mediterraneo orientale, dove la contesa sulle aree di esplorazione dei fondali per poi sfruttare i ricchi giacimenti di idrocarburi ha visto una collisione di non grave entità tra una nave da guerra turca ed una greca. La turca “Kemal Reis” stava scortando nelle acque contese al largo di Rodi la nave da esplorazione “Oruc Reis” quando sono intervenute alcune navi da guerra greche e una di loro, la “Limnos”, la ha speronata infliggendo alcuni danni.
Le versioni di Atene e di Ankara sono contrapposte ed intrise di retorica, con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha minacciato di far pagare “a caro prezzo” eventuali attacchi contro la nave turca che sta esplorando il Mediterraneo orientale alla ricerca di idrocarburi, sostenendo che la Grecia “oggi ha ricevuto la prima risposta”. Le foto della marina francese, presente nell’area per esercitazioni congiunte, indicano tuttavia che la “Limnos” non ha subito danni.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha poi annunciato l’intenzione di intervenire nell’area con l’invio di altre navi per dar man forte alla Grecia, ed ha affermato che “Le decisioni unilaterali della Turchia provocano tensioni. Devono spegnersi per permettere un dialogo pacifico tra Paesi vicini e alleati Nato”.
La Turchia aveva in passato fatto la voce grossa anche nei confronti dell’Italia per la presenza della “Saipem” 12000, nave da esplorazione allora operativa nelle acque di Cipro, una situazione ingarbugliata in quanto la Saipem godeva delle concessioni avute dalla Repubblica di Cipro, stato riconosciuto dalla comunità internazionale ma considero dalla Turchia come secessionista per via della separazione in due dell’isola, con al di sopra della Linea verde la Repubblica Turca di Cipro del Nord.
Nel dicembre dello scorso anno la Turchia aveva intensificato la minaccia nei confronti della presenza italiana con la dislocazione, oltre che di navi, a Cipro del Nord di droni Bayrakdar TB2, e l’Italia aveva inviato la fregata Fremm Martinengo con il suo gruppo navale. Tuttavia la crisi era di punto in bianco rientrata, ed oggi la “Saipem 12000” si trova nei pressi delle Mauritius, al largo del Madagascar.
Con tutta probabilità non è stata la paura di uno scontro con la Turchia a far cambiare idea all’Italia, anche perché subito l’Unione Europea si era mossa a favore di Roma e Gran Bretagna e Francia, presenti a Cipro con basi militari, si stavano già sfregando le mani. Fu piuttosto l’avvio di una cooperazione in Libia, dove Erdogan avrebbe inviato i suoi militari e combattenti vari a sostegno del governo di accordo nazionale (Tripoli), sostenuto dall’Italia e osteggiato ufficiosamente dalla Francia. Erdogan avrebbe ottenuto insomma il ritiro degli interessi italiani su alcune aree del Mediterraneo orientale in cambio del lavoro sporco in Libia per l’Italia, mentre la Francia che appoggia il generale Khalifa Haftar (Tobruk) si è oggi prontamente schierata con la Grecia verso la Turchia.

La Saipem 12000. (Foto WikiCommons).