Tensioni nel Mediterraneo orientale: Stoltenberg apre un canale diretto fra Grecia e Turchia

Ma per gli Usa Incirlik va depotenziata: meglio la più affidabile Grecia.

di Angelo Fasulo –

Il nodo è l’Isola di Cipro, divisa in due dalla Linea Verde che separa la Repubblica Turca di Cipro del Nord e la Repubblica di Cipro, membro questo dell’Unione Europea. Le acque del Mediterraneo orientale sono oggetto in questo periodo di esplorazioni da parte di diversi paesi per la ricerca del gas, di cui i fondali sono ricchi, ma la Turchia rivendica come proprie e come parte di Cipro del Nord le acque intorno all’isola, che Ankara considera secessionista. Per questo motivo diverse navi per la ricerca del gas sono state osteggiate dalla marina militare turca, tra cui la nave italiana dell’Eni Saipem 12000, motivo per cui Roma aveva inviato nel dicembre scorso la fregata Fremm Martinengo con il suo gruppo navale e per cui con enfasi il vicepresidente turco Fouad Oktay aveva annunciato l’invio di droni “Bayrakdar TP2” presso la base Gagit kala, nella parte settentrionale dell’isola di Cipro.
La Saipem12000 e la Martinengo erano state poi ritirate probabilmente in cambio del “lavoro sporco” per l’Italia svolto dai turchi in Libia, i quali hanno annichilito l’offensiva del generale “di Tobruk” Khalifa Haftar, ma le tensioni con i paesi europei, Grecia, Francia e Gran Bretagna in primis, sono tutt’altro che scemate.
E’ stata la Nato a promuovere un tentativo di mediazione tra le parti, in particolare con la Grecia, la quale è membro della stessa Alleanza Atlantica insieme alla Turchia: il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha infatti annunciato che Turchia e Grecia hanno concordato di stabilire a livello militare una linea diretta per evitare rischi di incidenti e per contribuire a risolvere le controversie tra i due Paesi, “un progetto volto a ridurre il rischio di incidenti nel Mediterraneo orientale”.
Per Stoltenberg lo scopo del canale diretto per le comunicazioni militari serve “ad aiutare a creare lo spazio per gli sforzi diplomatici per affrontare la controversia tra i due Paesi”.
Della cosa se ne è parlato anche al recente incontro tra il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, al termine del quale il capo della Farnesina ha spiegato che “Sul Mediterraneo orientale la nostra posizione è sempre stata chiara, siamo solidali con la Grecia e con Cipro e riteniamo necessario affrontare le cause profonde delle tensioni a partire dalla definizione delle giurisdizioni marittime tra la Grecia e la Turchia. Allo stesso tempo non va dimenticato che la Turchia è un attore imprescindibile per la stabilità della regione, quale membro importante della Nato. E’ necessario dunque lavorare assieme potendo contare sull’influenza positiva degli Stati Uniti affinché Ankara scelga un approccio costruttivo, e trovare una soluzione condivisa. Il ruolo degli Stati Uniti può essere determinante”.
Se per il presidente francese Emmanuel Macron, si legga pure Total, “Quando uno Stato Ue viene minacciato, l’Europa deve mostrare solidarietà”, ed “Il sostegno a Grecia e Cipro non è negoziabile”, non è un segreto che dopo l’acquisto dei missili S-400 russi da parte della Turchia, studiati apposta per abbattere gli F-16 della Nato, gli Usa guardino ad un partner più affidabile per le proprie basi e stiano pensando proprio alla Grecia.
Pompeo, che dopo Roma si è recato ad Atene e a Creta, ha infatti illustrato l’intenzione degli Usa sia di raddoppiare la base di Souda bay a Creta, sia ha confermato lo stanziamento nell’area della USS Hershel “Woody” Williams, la nuovissima portaelicotteri Usa con i V-22 Osprey a decollo verticale.
Lo scopo è quello di depotenziare il ruolo della base turca di Incirlik, proprio per le ambiguità di Ankara e le azioni evidentemente ostili nei confronti degli alleati.
La base aerea di Incirlik è una base Nato situata a 12 km da Adana, in Turchia, ed è gestita sia dalla United States Air Force (USAF) che dalla Turk Hava Kuvvetleri. Ha una capienza di 100 atomiche, ed è la base in grado di ospitare il maggior numero di ordigni nucleari statunitensi nell’area europea.

Mike Pompeo.
Recep Tayyp Erdogan.