Terremoto in Europa

L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato per sempre il futuro dell’Europa e dell’intero ordine internazionale.

di Marco Corno

La caduta degli imperi centrali (Impero Austro-ungarico, Impero Tedesco e Impero russo zarista) e dell’Impero Ottomano a seguito della Prima guerra mondiale (1914-1918) hanno creato un caotico vuoto geopolitico esteso dal Mar Baltico all’Asia Minore, passando per i Balcani e il Caucaso, che si è protratto fino ai giorni nostri, ponendo le basi per lo scoppio di questo nuovo conflitto tra Ucraina e Russia.
La guerra lampo lanciata da Vladimir Putin lo scorso 24 febbraio si è scontrata con un’accanita resistenza ucraina che ha trasformato in pochi giorni il conflitto in una guerra convenzionale la cui fine è ancora tutta da delineare.
Negli ultimi giorni le ostilità hanno conosciuto un progressivo cambiamento concentrandosi e allargandosi nella parte meridionale e nord occidentale del paese.
Per quanto riguarda il fronte sud, la priorità della Russia è rafforzare il proprio controllo sull’intera parte settentrionale del Mar Nero, che è fondamentale per la proiezione della propria sfera di influenza nel Mar Mediterraneo e di conseguenza in Africa e in Medio Oriente: nel 2014 l’annessione della Crimea ad opera del Cremlino ha permesso a Mosca di intervenire in teatri di guerra considerati importanti per i propri interessi come la guerra civile siriana. Questo spiega l’intensificazione dei combattimenti per città come Mariupol e Odessa il cui controllo russo permetterebbe a Mosca di isolare Kiev negandole lo sbocco marittimo.
Nella parte nord occidentale del paese la Russia conduce attacchi militari sui centri logistici ucraini vicino a Leopoli all’interno delle quali operano anche militari appartenenti agli stati occidentali. L’intento di queste azioni ambisce a perseguire due obbiettivi: costringere le forze ucraine a redistribuirsi su un fronte molto più ampio distraendole dai principali centri di guerra, bloccando il flusso dei rifornimenti occidentali a Kiev attraverso la distruzione dei centri di approvvigionamento ucraini (come il bombardamento russo condotto sulla base militare di Yavoriv a soli 20 chilometri dal confine polacco) e inviando al contempo anche un messaggio di non interferenza da parte occidentale in questo conflitto. Infatti il crescente supporto militare e logistico degli USA e di alcuni alleati come Polonia e Regno Unito all’esercito ucraino è de facto un coinvolgimento indiretto sempre più rilevante della super potenza all’interno di questo conflitto che rischia di far degenerare ancora di più la situazione qualora dovesse accadere un incidente di frontiera tra la Russia e qualche membro della NATO.
Nonostante la guerra russo-ucraina sia circoscritta unicamente all’Europa orientale, il coinvolgimento della Turchia e di Israele nella mediazione è una lapalissiana prova dell’allargamento dell’impatto geopolitico del conflitto in altre aree geostrategiche come il Medio Oriente.
L’attacco missilistico del 13 marzo 2022 condotto sul consolato americano a Erbil nel Kurdistan iracheno ad opera dell’Iran potrebbe servire all’ex Impero Persiano per far pressione sugli Stati Uniti affinché il rinegoziato sul nucleare iraniano venga concluso il più rapidamente possibile. Il timore di Teheran è che l’accordo possa essere bloccato, o peggio ancora che venga compromesso l’avvicinamento iraniano-americano facendo cadere l’Iran in un isolamento senza precedenti, soprattutto se la guerra avesse come effetto la nascita seppur per un breve periodo di tempo di un’alleanza tra Russia, Israele e Turchia in funzione anti-iraniana.
Il possibile ulteriore aumento dell’isolamento dell’Iran potrebbe causare un aumento della sua assertività nel Siraq e una pericolosa escalation militare con le altre potenze regionali, aprendo un nuovo scenario di guerra che coinvolgerebbe obtorto collo anche gli USA.
La guerra russo-ucraina è l’ennesima cicatrice di Versailles che ricomincia a sanguinare e dimostra ancora una volta come la stabilizzazione del continente europeo non sia ancora stata completata, ma al contrario permangono ancora diatribe che dal 1991 in poi sono diventate sempre più complicate da risolvere.
Al trauma della pandemia di Covid-19, un acceleratore geopolitico che ha avvicinato al nostro presente eventi fino a qualche anno fa ancora lontani, si è aggiunto il ritorno prepotente della guerra in Europa e il riarmo delle democrazie occidentali che mette in discussione ulteriormente tutte le certezze dell’opinione pubblica europea.

(Foto: Depositphotos).