Terrorismo: Sereni, ‘si sta riorganizzando in silenzio’

Farnesina

“La lotta al terrorismo rappresenta un impegno di massima importanza per contrastare una minaccia globale molto pericolosa e in continua evoluzione”. Lo ha dichiarato la vice ministra Marina Sereni intervenendo in video alla Conferenza dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) “Effective Partnerships Against Terrorism and Violent Extremism and Radicalization that lead to Terrorism”, in corso a Vienna.
“Oggi siamo costretti ad affrontare insieme questa sfida sullo sfondo di Covid-19 – ha aggiunto Sereni – ed è dunque ancora più importante rimanere concentrati e impegnati. Il terrorismo e l’estremismo radicale possono essere svaniti dai titoli dei giornali, ma non sono scomparsi dalle nostre società”.
“Il terrorismo – ha spiegato la vice ministra – si adatta continuamente alla situazione e noi non possiamo abbassare la guardia. La radicalizzazione e l’estremismo violento che portano ad atti terroristici possono prosperare in tempi di incertezza ed è per questo che, oggi più che mai, dobbiamo continuare a dar vita a partenariati efficaci. Se non riusciamo a offrire protezione, stabilità e sicurezza; se le nostre società tendono ad ampliare le disparità economiche e sociali, se la scuola lascia indietro i più fragili e aumenta la disoccupazione ponendo i giovani ai margini, se non riusciamo a proteggere e promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali, semi pericolosi cresceranno sul terreno della radicalizzazione e dell’estremismo violento. Più che mai, dobbiamo anche investire nelle donne, figure centrali delle nostre comunità e veicoli di narrazioni positive e unificanti all’interno delle nostre società”.
“L’Italia – ha detto ancora Sereni – continua a sostenere i progetti OSCE per combattere il terrorismo in molte aree, in particolare nei Balcani occidentali, in Asia centrale e nel Mediterraneo. Vogliamo continuare a collaborare con gli Stati Membri dell’OSCE e con i partners per prevenire e combattere il terrorismo. Dobbiamo condividere le lezioni apprese, ad esempio sulla radicalizzazione in carcere, e adottare le migliori pratiche che consentano la de-radicalizzazione e il reinserimento nella società. Sebbene oggi nel mezzo di una pandemia globale possa apparire particolarmente gravoso far fronte a questo pericoloso quanto odioso fenomeno, non possiamo permetterci di far venire meno la collaborazione internazionale. Ora – ha concluso la vice ministra – è il momento di raccogliere insieme la sfida che ci attende”.