Thailandia. Il primo ministro Prayuth Chan-Ocha è stato sospeso da un tribunale

di Alberto Galvi

Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-Ocha è stato sospeso dalla sua carica da un tribunale in quanto ha prorogato il suo incarico oltre gli 8 anni previsti, cosa non concessa dalla Costituzione. L’ex capo dell’esercito ha preso il potere per la prima volta con il colpo di Stato militare del 2014 e poi ha mantenuto l’incarico nel 2019 con elezioni fortemente controverse.
Prayuth Chan-Ocha ha portato il regno nell’autoritarismo e in una crescente disuguaglianza, ma negli ultimi anni ha dovuto affrontare una crescente opposizione e un contraccolpo all’interno della sua stessa coalizione. Finora è sopravvissuto a più voti di sfiducia.
La Corte costituzionale ha agito su un ricorso depositato dall’opposizione che chiedeva la sospensione di Prayuth. Il collegio dei giudici ha deciso cinque a quattro a sostegno della sua sospensione immediata. Non è chiaro quando la Corte pronuncerà la sua sentenza sul caso Prayath.
E’ stato questa settimana che l’ex generale ha raggiunto il limite di mandato massimo di otto anni, ed ora ha 15 giorni di tempo per rispondere alla sospensione che sembra aver annullato un accordo politico che lo coinvolgeva, che prevedeva la sua partecipazione alle elezioni generali previste per l’inizio del prossimo anno.
A seguito della decisione del tribunale il suo vice, Prawit Wongsuwan, interverrà come custode delle regole e diventerà primo ministro ad interim, secondo la linea di successione del governo. La Thailandia dovrebbe votare prima di maggio del prossimo anno, anche se il vice primo ministro aveva precedentemente segnalato che potrebbe essere già a novembre.
La Thailandia deve ancora sanare le aspre divisioni tra l’élite monarchica, militare e imprenditoriale e un movimento pro-democrazia alimentato dai poveri che abitano nelle zone rurali e dagli operai che abitano nelle città.