Timor Est. La crisi politica del piccolo paese asiatico

di Alberto Galvi

Timor Est è un ex colonia portoghese successivamente annessa per 24 anni all’Indonesia ed è uno dei paesi più poveri del mondo, e da alcuni mesi sta affrontando un periodo di instabilità politica causata dal crollo di una coalizione a sostegno del primo ministro Taur Matan Ruak. Il primo ministro si è dimesso il mese scorso, dopo aver ripetutamente fallito l’approvazione del bilancio economico del paese per il 2020.
Ruak è stato primo ministro solo da giugno 2018, a seguito del crollo di 2 governi precedenti ed è stato sostenuto dai seguenti partiti: CNRT (National Congress for Timorese Reconstruction), dal PLP (People’s Liberation Party) e KHUNTO (Kmanek Haburas Unidade Nasional Timor). Questa coalizione ha governato Timor Est dal 2007.
Le dimissioni di Taur Matan Ruak e del suo governo sono avvenute dopo che il partito CNRT di Gusmao ha ritirato il sostegno all’approvazione del budget economico del paese, nonostante sia stato ridotto di circa 300 milioni di dollari nel tentativo di soddisfare le sue esigenze. In questo modo il governo è stato supportato da PLP e KHUNTO, ricevendo solo 13 voti sui 65 totali.
Dopo il referendum sostenuto dalle Nazioni Unite e votato dai timoresi nel 1999 a favore dell’indipendenza, Gusmao è tornato in patria come un eroe. Inoltre è stato eletto primo presidente del paese nel 2002 ed è stato successivamente primo ministro dal 2007 fino alle dimissioni nel febbraio 2015.
Nel 2006 il governo del Fretilin (Revolutionary Front for an Independent East Timor), guidato da Mari Alkatiri, era stato investito da una crisi che stava trascinando il paese nella guerra civile e lo aveva costretto alle dimissioni.  Dal 2007 il governo di Timor Est è guidato dall’AMP, una formazione politica che fu creata apposta per evitare che il Fretilin vincesse nuovamente le elezioni.
In seguito alle dimissioni del governo di Taur Matan Ruak, ne è seguito un altro capeggiato dall’eroe indipendentista Xanana Gusmao.
Il nuovo governo è formato una nuova coalizione composta da 6 partiti che controlla 34 dei 65 seggi del parlamento unicamerale con i suoi membri eletti direttamente in un unico collegio elettorale nazionale con un voto di rappresentanza proporzionale per un mandato di 5 anni.
La nuova alleanza comprende il CNRT, con 21 seggi in parlamento, il PD (Democratic Party) e il KHUNTO con 5 seggi ciascuno e 3 partiti più piccoli con 1 seggio ciascuno: il PUDD (United Party for Development and Democracy), il TDU (Timorese Democratic Union) e il FNRTL (Front for National Reconstruction of Timor-Leste).
Il PLP è passato all’opposizione accanto a Fretilin, che è il partito con il maggior numero di deputati in parlamento con 23 seggi.
Le priorità per il nuovo governo di Xanana Gusmao sono quelle di far finire l’instabilità politica che attanaglia il paese da anni, ostacolando gli sforzi per ridurre la povertà. Le riforme necessarie da prendere riguardano l’eliminazione della corruzione e sviluppare il metodo migliore di utilizzare la ricchezza di petrolio e gas per portare il paese su un percorso di crescita più elevato.

Timor Est, palazzo del governo. (Foto: Notizie Geopolitiche / VDB).