Togo. Il primo ministro Komi Sélom Klassou e il suo governo si sono dimessi

di Alberto Galvi

Il primo ministro togolese Komi Selom Klassou e il suo governo si sono dimessi. Il presidente Faure Gnassingbé ha accettato queste dimissioni e si è congratulato con lui e il suo staff per i risultati incoraggianti nonostante la crisi sanitaria in tutto il mondo. Klassou è in carica dal 2015 ed è responsabile della gestione degli affari correnti del governo.
Il Togo ha avuto un rimpasto di governo da quando Gnassingbé del partito UNIR (Union for the Republic) è stato rieletto a febbraio per un quarto mandato, ma i cambiamenti sono stati ritardati a causa della crisi sanitaria, mentre il governo uscente è rimasto in carica per gestire l’emergenza.
La vittoria elettorale del presidente Gnassingbé è arrivata dopo la riforma costituzionale che gli ha permesso di candidarsi, ma è stata contestata dal principale sfidante dell’opposizione Agbéyomé Kodjo del partito RPT (Rassemblement du Peuple Togolais), che ha subito vessazioni ufficiali in seguito al voto.
Prima delle elezioni di febbraio, un’opposizione frammentata ha lottato per lanciare una campagna concertata per spodestare Faure Gnassingbé, ma senza avere successo.
L’attuale presidente ha guidato il Paese da quando è subentrato nel 2005 in seguito alla morte di suo padre Gnassingbé Eyadema, che ha governato il Togo dal 1967 per 38 anni.
Successivamente, nel 2005, la comunità internazionale ha condannato il cambio di governo incostituzionale e sono scoppiate da parte dell’opposizione le proteste contro tale presidente. In seguito alle dimissioni Faure Gnassingbé ha legittimato il suo potere con una vittoria elettorale nel 2005, replicandola poi nel 2010, 2015 e 2020.
I partiti di opposizione hanno denunciato i risultati come fraudolenti, anche se non sono mai stati in grado di superare la loro frammentazione politica, fallendo ripetutamente ogni tentativo di aggregazione per formare un’efficace piattaforma unitaria favorevole a cambiamento istituzionale.
Successivamente il regime di Faure Gnassingbé ha modificato la costituzione per estendere il proprio mandato e così hanno fatto anche i presidenti della Guinea Alpha Condé e il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara.
L’economia del Togo è stata colpita dalla pandemia e le autorità hanno imposto restrizioni per limitare la diffusione del Covid-19, che ha registrato 1.736 contagiati e 46 morti. Il Paese africano è attualmente una delle nazioni più povere del mondo anche se ha goduto di un periodo di crescita economica costante alimentata dalla stabilità politica e da uno sforzo concertato del governo per modernizzare le infrastrutture commerciali del Paese. Il Togo è dipendente dagli aiuti esteri, anche se è uno dei primi cinque produttori mondiali di fosfati, che vengono utilizzati nei fertilizzanti.
Il malcontento nei confronti del presidente Gnassingbé e la pandemia hanno portato a un rapido aumento delle proteste da parte della popolazione civile a causa dei cambiamenti costituzionali del 2019, che hanno permesso al presidente in carica di chiedere la rielezione e potenzialmente di rimanere in carica fino al 2030.