Trento. Seminario Italia-Russia: Razov, ‘Crimea è Russia; non interferiamo con affari italiani’

di Giacomo Dolzani –

Si è svolto oggi il quinto seminario italo-russo di Trento, dal titolo “Italia-Russia: l’arte dell’innovazione”, organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia e patrocinato da Confindustria e dalla Provincia Autonoma di Trento. Per l’occasione era presente all’evento anche Sergey Razov, ambasciatore della Federazione Russa in Italia.
Proprio di quest’ultimo è infatti stato il discorso di apertura del seminario; il diplomatico, dopo aver espresso soddisfazione per i rapporti commerciali (e non solo) fra la provincia di Trento e il suo paese, è necessariemante andato a toccare una delle questioni che più negli ultimi anni ha influenzato l’interscambio economico fra Italia e Russia, ossia le sanzioni che i paesi occidentali (tra i quali l’Italia) hanno emanato nei confronti di Mosca e l’embargo alimentare che il Cremlino ha deciso in risposta a questi provvedimenti.
Razov ha specificato che l’annessione della penisola della Crimea, provincia meridionale dell’Ucraina, al territorio della Federazione Russa nel 2014, uno dei principali fattori che hanno portato l’occidente a reagire contro Mosca, non può nemmeno essere definita come tale infatti, stando alle parole dell’ambasciatore, quel territorio è passato volontariamente sotto l’amministrazione russa con un referendum (la cui regolarità è stata da molti messa in dubbio) e inoltre “era già Russia sin dal 1956”.
Anche la politica interna italiana è stata uno degli argomenti dei quali Razov ha voluto parlare, affermando che il governo russo segue con molto interesse le vicende che caratterizzano l’attuale politica nostrana, dalla creazione del nuovo esecutivo alla nascita del nuovo partito di Renzi, dichiarandosi dispiaciuto per le perdite di tempo dovute alla fine improvvisa del primo governo Conte.
Nonostante questo, spiega Razov, Mosca rispetterà qualunque governo democratico insediatosi legittimamente e cercherà di mantenere una certa continuità nei progetti di collaborazione in corso, compresi quelli decisi in occasione delle visite di Conte in Russia e di Putin in Italia.
Preoccupazione è stata invece espressa per il calo di interscambio tra Italia e Russia che, secondo Razov, non è però dovuto solo alle sanzioni, bensì anche ad una congiuntura internazionale sfavorevole, in particolare per la situazione in Medio Oriente e per la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Una nota di amarezza è stata invece riservata alla stampa italiana: Razov si è infatti detto rispettoso della libertà di espressione ma dispiaciuto per i continui attacchi al suo paese da parte di giornalisti, anche di grandi testate, che accusano il Cremlino di interferire negli affari interni italiani affermando invece che Mosca, al contrario di altri, non ha nemmeno mai espresso un’opinione che potesse pesare sulle decisioni politiche nel nostro paese; “Nulla fomenta la fantasia come l’assenza di fatti” ha sentenziato il diplomatico.
Vladimir Putin, conclude l’ambasciatore, ha buoni rapporti con tutti i leader italiani, da Conte a Berlusconi, da Renzi a Prodi (curioso il fatto che, nonostante sia al centro delle polemiche sui presunti finanziamenti russi alla Lega, Razov non ha voluto annoverare tra gli amici di Putin l’ex ministro degli Interni Salvini); l’obbiettivo, nonostante tutto, è quello di continuare a collaborare con l’Italia in maniera sostenibile.