Trovata la quadra a Bruxelles: 209 miliardi per l’Italia. Conte, ‘possiamo ripartire con forza’

Momenti di scontro con i “frugali” guidati da Rutte. Macron su Kurz, ‘gli interessa solo la stampa del suo paese’.

di Elisabetta Corsi –

A Bruxelles si è svolto un Consiglio europeo estremamente complicato e durato cinque giorni, ma alla fine la partita si può dire che è stata vinta dai paesi del sud, dopo un forte braccio di ferro con i cosiddetti “frugali”.
L’ammontare è di 750 miliardi, più di quello che la Commissione aveva messo in campo e che si traduce con ben 36 miliardi in più per il nostro paese, per un totale di 209 miliardi di cui 82 di sussidi e 127 di prestiti con tasso agevolato. Un buon risultato quindi, anche se si sono meno le sovvenzioni a fondo perduto e se è cresciuta la fetta de prestiti, ed il cosiddetto “freno di emergenza” è stato approvato ma solo in casi eccezionali e comunque l’eventuale stop ai fondi dovrà passare dal Consiglio europeo. L’intera procedura resta a capo alla Commissione europea, mentre è stata scongiurata è la possibilità di veto durante le vare fasi del piano di attuazione; il via libera dovrà avvenire in sede di Consiglio europeo a maggioranza qualificata, sempre in base alle proposte della Commissione.
I vari passaggi della riunione di Bruxelles sono stati colorati da momenti di vera e propria tensione, a cominciare dallo scontro tra l’olandese Mark Rutte e l’italiano Giuseppe Conte. Questi infatti non ha mai accettato l’idea che un singolo stato possa decidere per gli altri, il “freno d’emergenza”, tanto che a un certo punto il premier italiano si è rivolto al collega affermando che “voi vi illudete che la partita non vi riguardi o che vi riguardi solo in parte. In realtà se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso un’adeguata ed efficace reazione europea”.”Voi avete dubbi – ha insistito Conte riferendosi ai paesi “frugali” -, perché le risorse finanziare di cui ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensabile per una reazione minimamente adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più”.
A dare man forte a Conte si è messo pure l’ungherese Viktor Orban, per il quale “Alcuni paesi guidati dall’olandese vorrebbero da vita a un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l’intesa non si fa è colpa del leader olandese, non mia, è lui ad aver iniziato questa vicenda, è il vero responsabile per tutto il caos” al Consiglio europeo”. Di certo “non vogliamo tornare a casa senza una soluzione per l’Europa”, e “bisogna dare i soldi ai Paesi che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie, invece di ingaggiare lunghe dispute burocratiche. Se li aiutiamo al momento giusto li aiutiamo due volte”.
Ancora più duro il francese Emmanuel Macron, che sbattendo i pugni sul tavolo ha gridato a Rutte “Stai prendendo il posto del Regno Unito intorno al tavolo!”, mentre all’austriaco Sebastian Kurz, un frugale che stava lasciato la riunione, ha detto “Vedete? Non gli interessa. Non ascolta gli altri, ha un brutto atteggiamento. Cura la stampa del suo paese e basta!”.
Per quanto riguarda il bilancio europeo 2021-2027, la cifra è rimasta a 1074 miliardi, con larghi rebate per i frugali, i rimborsi che molti avrebbero voluto cancellare. Alla Danimarca sono andati 322 milioni annui, ai Paesi Bassi 1,921 miliardi, all’Austria 565 milioni e alla Svezia 1,069 miliardi.
Le prime parole del premier Giuseppe Conte sono state di entusiasmo, “con 209 miliardi l’Italia può ripartire con forza”, ed ha proseguito osservando che “avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare il volto al Paese. Ora dobbiamo correre”. “Siamo soddisfatti – ha insistito -: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo. Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”. Alla luce del risultato il premier italiano si augura anche che scemi l’attenzione sul Mes, per il quale il governo ha ribadito ancora una volta di non volerlo prendere in considerazione.
Anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, si è dimostrato soddisfatto e ha dichiarato che “l’abbiamo fatto. Ci siamo riusciti. L’Europa è solida, è unita. E’ stato difficile”. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha affermato che “l’Europa ha ora la possibilità di uscire più forte dalla crisi”. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di buon segnale all’Europa e il presidente francese Emmanuel Macron ha evidenziato le conclusioni storiche di un vertice difficile e con visioni diverse dell’Europa.
Un Consiglio europeo importante per il futuro della casa comune e che ha viso tanti scontri tra paesi del sud e paesi frugali, per le loro posizioni opposte. Un Consiglio Europeo record durato cinque giorni e quattro notti, il summit più lungo nella storia dell’Unione Europea, ben oltre il precedente record del vertice di Nizza del 2000.