di Vanessa Tomassini –
TUNISI. Ha preso il via ieri sera alle ore 21.00 (ol) negli studi di Télévision Tunisienne 1 il dibattito tra i 26 candidati alla presidenza della Repubblica tunisina, trasmesso in diretta a reti unificate. I concorrenti alla più alta carica dello Stato, suddivisi in gruppi da 8 per tre serate si confrontano all’americana rispondendo alle domande su temi di fondamentale importanza per l’opinione pubblica, sotto l’occhio vigile della Commissione superiore indipendente per le elezioni (Isie), dell’Alta autorità indipendente per la comunicazione audiovisiva (Haica), e da “Munathara Initiative”, il forum arabo promotore del processo democratico nel Paese nordafricano. Dai tre match sono esclusi il patron di Nessma Tv e leader del partito “Al cuore della Tunisia”, Nabil Karoui, in carcere dal 23 agosto con l’accusa di riciclaggio ed evasione fiscale, e Slim Rihai, latitante in Francia per fuggire dai problemi giudiziari. La prima serata ha visto al confronto Amor Mansour, Mohamed Abbou, Abir Moussi, Néji Jalloul, Mehdi Jomâa, Moncef Marzouki, Abid Briki ed Abdelfattah Mourou. Ogni candidato ha avuto 24 ore di tempo per decidere se partecipare o meno, in caso di rifiuto il suo posto sarebbe rimasto vuoto. Due giornalisti diversi per ogni serata, uno della tv pubblica ed uno della tv privata, intervistano i politici con domande a random che riguardano i temi più caldi per il Paese: economia, sicurezza, terrorismo, questione libica e la fragilità del processo democratico.
Un dibattito con un meccanismo ancora da oliare, quello della prima serata, con il cronometro spesso fermato dai candidati prima della fine del tempo a disposizione. La crisi economica resta senza dubbio il terreno di scontro principale, tra lotta alla corruzione e creazione di nuovi posti di lavoro attraverso ricette più o meno vincenti come la creazione di un mercato tunisino-euro-mediterraneo o l’apertura di linee navali dirette con i vicini porti libici di Sirte e Bengasi. Ieri si è tornato a parlare anche di argomenti come il velo per le donne, la preferenza della lingua araba al francese, tra favorevoli e contrari. Sul tavolo delle discussione anche la sovranità tunisina e il prestigio del suo popolo, tra chi propone una maggiore apertura verso l’occidente e chi si oppone alla presenza di basi militari straniere. Al di là delle più o meno articolate risposte ai quesiti posti dai giornalisti Asma Bettaieb e Ilyes Gharbi, il fatto saliente è certamente il dibattito stesso: è infatti la prima volta nella storia politica della Tunisia e di tutto il mondo arabo che si tiene un duello televisivo del genere, segno del livello democratico raggiunto dal Paese attraverso la rivoluzione dei Gelsomini del 2011, che ha portato al rovesciamento del Governo di Zine El-Abidine Ben Ali. Il nuovo presidente, chiunque sarà, dovrà trovare risposte concrete ai problemi della gente prima che i gelsomini sfioriscano completamente.
Tunisia. Al via il match televisivo fra i candidati alla presidenza
E’ la prima volta che accade nel mondo arabo.