Tunisia. Continuano le proteste e i saccheggi, schierato l’esercito

Notizie Geopolitiche –

Terza notte di disordini in Tunisia, dove ormai sono oltre 600 gli arresti tra i gruppi di giovani che protestano o che approfittano delle proteste per saccheggiare e rubare in negozi e case. Una situazione difficile che ha portato le autorità a schierare l’esercito, in particolare a Siliana, Kasserine, Biserta e Susa.
Scontri tra agenti e manifestanti si sono registrati un po’ ovunque, a Cité Etthadamen, sobborgo popolare della capitale, a Marsa Abousalema, le Kef, Kairouan, Hammam Lif, Menzel Bourguiba, Hammamet, Tebourba, Sidi Hassine, Cité al-Intilaka, Cité Ezzouhour, Sfax e Monastir, ed ovunque le scene sono state quelle di devastazione, copertoni e cassonetti in fiamme, uffici pubblici e banche devastati, lanci di oggetti contro le forse dell’ordine.
Alla base della protesta, innescatasi con la terza crisi di governo in poco tempo, vi è la crisi economica dovuta sia alla pandemia che agli atavici problemi della Tunisia, ovvero la corruzione, la disoccupazione giovanile e l’alto costo della vita. Tra l’altro per far fronte al debito contratto con il Fondo monetario internazionale i vari governi tunisini (9 in 10 anni) hanno cercato di introdurre riforme lacrime e sangue.
Più che del governo, in gioco c’è oggi la tenuta dello Stato, in un paese dove sempre meno cittadini hanno fiducia nelle istituzioni e nella capacità della politica di dare risposte ai problemi.
Ora il premier Hichem Mechichi sta lavorando a un rimpasto di governo che comporta la sostituzione di 12 ministri al fine di avallare una strategia politica volta a rilanciare l’economia del paese. Dovrà ottenere la fiducia in Parlamento, dove nessun partito supera i 25% dei seggi.
Dietro a chi protesta giungono tuttavia giovani che approfittano del caos per saccheggiare e rubare, spesso minorenni.