Tunisia. Conto alla rovescia per le elezioni presidenziali

Osservatori Ue, ‘invito a par condicio tra i candidati’.

di Vanessa Tomassini

TUNISI. Si è concluso lunedì il dibattito televisivo che ha visto al confronto i candidati alla massima carica della Repubblica tunisina, in 3 serate trasmesse a reti unificate. L’ultima serata condotta secondo le regole del confronto all’americana dai giornalisti Leila Hkiri e Chaker Besbes ha visto intervistati Kais Saeed, Youssef Chahed, Safi Saeed, Hamma Hammami, Seif Eddine Makhlouf, Said Aidi e Salma Elloumi. Le domande erano incentrate su tre temi principali: difesa e sicurezza nazionale, politica estera, libertà e sociale ed infine le promesse elettorali.
Ancora una volta si è assistito ad una mancanza diffusa di programmi ed idee, mentre non sono mancati insulti ed accuse tra i politici. Come già anticipato da Notizie Geopolitiche, esclusi dal dibattito il magnate Nabil Karoui, ancora favorito nei sondaggi ma in carcere dal 23 agosto scorso per riciclaggio ed evasione fiscale, e Slim Rihai, latitante in Francia per altrettanti problemi giudiziari. A tal proposito la missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea a Tunisi (Moe), pur felicitandosi con la Commissione superiore indipendente per le elezioni (Isie) e l’Alta autorità indipendente per la comunicazione audiovisiva (Haica) per l’organizzazione dei dibattiti televisivi, non ha potuto fare a meno di constatare in una nota che “uno dei candidati che avrebbe dovuto partecipare al dibattito del 7 settembre, Nabil Karoui, non è stato in grado di potersi esprimere a causa della sua incarcerazione preventiva da parte della giustizia”. Gli osservatori, “rispettando pienamente l’indipendenza del potere giudiziario”, hanno invitato le autorità competenti ad adottare le misure necessarie al fine di permettere a tutti i candidati, tra cui Karoui, di condurre una campagna elettorale nel rispetto del principio di parità di opportunità all’elezione presidenziale, così come enunciato dalla legge elettorale tunisina, e dai regolamenti in vigore. Anche per la missione di osservazione elettorale dell’Ong Carter Center, “la detenzione del candidato alle presidenziali, Nabil Karoui, una settimana prima dell’inizio della campagna elettorale basata su un’indagine in corso dal 2017, ha aumentato le speculazioni secondo le quali il processo elettorale sarebbe influenzato da altre considerazioni che non siano quelle dello stretto rispetto della legge”. Il centro ha spiegato che la capacità di Karoui di condurre una campagna elettorale è stata compromessa dal fatto che il candidato non può agire personalmente mentre è in carcere e ”si ignorano gli effetti di un suo passaggio al secondo turno mentre è ancora in custodia cautelare”. A meno di 3 giorni dal voto gli avvocati di Karoui hanno chiesto di far intervistare il loro candidato dalla tv privata El Hiwar Ettounsi per cui è giunta l’autorizzazione dell’Isie, a condizione che l’intervista venga condotta “nel quadro delle disposizioni regolamentari in vigore”, ma si attende ancora il via libera da parte della magistratura.