Tunisia. Contrasto ai flussi finanziari illeciti: l’UA chiede che si passi dalle parole ai fatti

di Bessem Ben Dhaou

SFAX (Tunisia). Il ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar ha invitato la comunità internazionale a impegnarsi negli sforzi dei paesi africani volti a combattere i flussi finanziari illeciti e alla restituzione dei fondi saccheggiati ai paesi africani.
Ciò è avvenuto durante l’apertura della “Prima conferenza africana di alto livello sulla lotta ai flussi finanziari illeciti”, organizzata dall’Unione Africana nella capitale tunisina con lo slogan “L’agenda fiscale africana nella lotta ai flussi finanziari illeciti: dalle parole ai fatti”.
Alla conferenza, durata due giorni, hanno partecipato alti funzionari governativi ed esperti internazionali provenienti da diversi paesi africani e stranieri, come ha riportato una dichiarazione del ministero degli Affari esteri tunisino.
Nel discorso di apertura della conferenza Ammar ha invitato la comunità internazionale a impegnarsi negli sforzi del continente africano “volti a combattere la corruzione, il terrorismo e l’evasione fiscale, a contrastare i flussi finanziari illegali e alla restituzione del denaro saccheggiato ai paesi africani”. Ha sottolineato inoltre la necessità che “alcuni paesi del nord abbandonino la retorica dei buoni principi, della guida e dei doppi standard con i quali a parole sostengono i diritti umani e la democrazia, senza poi impegnarsi effettivamente negli sforzi compiuti dall’Africa per raggiungere la sua effettiva indipendenza”.
Le potenze coloniali, in particolare Francia e Regno Unito, disponevano di molte risorse preziose nel continente africano, comprese società appaltatrici che operavano nei settori delle comunicazioni, della gestione portuale, delle ferrovie, dei sistemi di commercio al dettaglio, delle infrastrutture e altri.
Ammar ha ritenuto che “la lotta ai flussi finanziari illeciti in Africa richiede un impegno politico da parte della comunità internazionale, dei paesi e dei governi chiamati oggi più che mai a dimostrare la sincerità delle loro intenzioni a sostegno degli sforzi di sviluppo del continente”.
Secondo la radio ufficiale tunisina, il Paese subisce ogni anno una perdita di oltre 1,2 miliardi di dollari a causa di flussi finanziari illeciti legati all’evasione fiscale, alla corruzione, alla criminalità organizzata, al terrorismo, alla tratta di esseri umani e al contrabbando di denaro, stando a quanto riportato dall’organizzazione Global Financial Integrity.
Nel 2020 uno studio delle Nazioni Unite ha stimato che l’Africa perde circa 89 miliardi di dollari all’anno in flussi finanziari illeciti tra cui l’evasione fiscale e i furti, una cifra superiore a quanto riceve in aiuti allo sviluppo.