Tunisia. Nafti incontra l’egiziano Abdelatty per rafforzare il partenariato

di Giuseppe Gagliano

Il ministro degli Esteri tunisino, Mohamed Ali Nafti, e il suo omologo egiziano, Badr Abdelatty si sono incontrati al Cairo in un’occasione che rappresenta un nuovo capitolo nel consolidamento delle relazioni bilaterali tra due Paesi, i quali condividono una lunga storia di collaborazione politica, economica e diplomatica. Tuttavia questo incontro non è stato solo un’occasione per rafforzare legami tradizionali: è un chiaro segnale delle ambizioni regionali di Tunisia ed Egitto in un contesto geopolitico sempre più complesso.
L’incontro si è concentrato su iniziative concrete per promuovere investimenti strategici e incentivare lo sviluppo economico. La proposta di creare un quadro operativo che garantisca una cooperazione costante tra i due Stati riflette un pragmatismo politico che mira a trasformare relazioni storiche in risultati tangibili.
Questa strategia non è priva di logica. Tunisia ed Egitto si trovano a fronteggiare sfide economiche comuni, tra cui tassi di disoccupazione elevati, pressioni inflazionistiche e una dipendenza critica da aiuti esterni. Rafforzare la collaborazione nei settori delle energie rinnovabili, in particolare nell’idrogeno verde, è un segnale chiaro: entrambi i Paesi vogliono posizionarsi come attori chiave sul mercato energetico europeo, sfruttando la transizione globale verso fonti sostenibili.
Il dialogo non si è limitato all’economia. I due ministri hanno discusso questioni politiche regionali cruciali, inclusi i dossier su Libia, Siria e territori palestinesi. Questo aspetto sottolinea la volontà di Tunisia ed Egitto di affermarsi come mediatori nel mondo arabo, cercando di unificare le posizioni dei Paesi arabi su temi centrali come stabilità, sicurezza e lotta al terrorismo.
Particolare attenzione è stata dedicata alla questione palestinese, con un rinnovato impegno di entrambi i governi a sostenere la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale. Questo è tanto un messaggio di solidarietà quanto una dichiarazione di rilevanza politica nella regione mediterranea, dove gli equilibri geopolitici sono sempre più instabili.
Un elemento spesso trascurato è il potenziale di questa alleanza nel contesto africano. L’Egitto, con il suo peso demografico ed economico, e la Tunisia, con la sua posizione geografica strategica, possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere stabilità e sviluppo economico nel continente. Dalla lotta al cambiamento climatico alla gestione dell’immigrazione irregolare, entrambi i Paesi hanno interesse a rafforzare la cooperazione africana come piattaforma per ampliare la loro influenza regionale.
Tuttavia, queste ambizioni non sono senza ostacoli. L’instabilità interna in Tunisia, aggravata da una crisi economica senza precedenti, e la crescente pressione internazionale sull’Egitto riguardo ai diritti umani potrebbero frenare il pieno sviluppo di questa partnership.
L’incontro del Cairo è un passo nella direzione giusta, ma il successo di questa alleanza dipenderà dalla capacità di Tunisia ed Egitto di tradurre visioni strategiche in azioni concrete. L’asse Cairo-Tunisi potrebbe rappresentare un modello di cooperazione bilaterale in una regione frammentata, ma per raggiungere questo obiettivo saranno necessari pragmatismo, visione a lungo termine e una reale volontà politica.
Se gestito correttamente, questo partenariato potrebbe andare oltre le dinamiche regionali, proiettando Tunisia ed Egitto come attori strategici in un contesto geopolitico che richiede sempre più flessibilità e capacità di adattamento.