di Guido Keller –
TUNISI. Manifestazioni di protesta a Mazzouna e a Sidi Bouzid, capoluogo dell’omonimo governatorato della Tunisia centro-settentrionale, dove la popolazione è scesa in piazza per protestare a seguito del grave dramma che ha interessato una scuola, dove un muro è crollato investendo cinque studenti. Di loro tre sono deceduti, avevano tutti tra i 16 e i 17 anni.
Da quanto si è appreso la minaccia rappresentata dal muro era già stata segnalata, ma non erano stati attuati interventi.
La protesta, organizzata dagli avvocati delle vittime, si è ritrovata poi di fronte al comando locale della Guardia Nazionale.
Alcune strade sono state bloccate da rifiuti e pietre, copertoni sono stati dati alle fiamme.
I manifestanti hanno denunciato le difficili condizioni di vita nella regione, in particolare per quanto riguarda sanità, infrastrutture e istruzione.
In particolare su quest’ultimo tema c’è da segnalare che più della metà delle scuole tunisine risalgono a prima del 1985, ed anche il muro crollato a Mazzouna era stato costruito oltre 40 anni fa. Nel 2023 era crollato una parte del soffitto di una scuola a Sidi Bouzid.
Il ministero dell’Istruzione ha reso noto che 4.500 istituti su 6.102 necessitano di interventi urgenti; vi sono zone rurali dove le scuole non hanno acqua potabile o elettricità continua.
Agenzia Nova ha riportato che nel corso dei primi tre mesi dell’anno vi sono state in Tunisia 1132 azioni di protesta, in aumento del 238 per cento rispetto al primo trimestre del 2024.