Tunisia. Romdhane è il nuovo premier, ma con le riforme costituzionali avrà meno potere

di Alberto Galvi

Il presidente tunisino Kais Saied ha nominato Najla Bouden Romdhane primo ministro, quasi due mesi dopo aver preso il potere con un colpo di mano in cui ha sospeso il Parlamento, fatto arrestare oppositori e licenziato l’intero governo. Il presidente tunisino è sostenuto dal malcontento popolare, anche se alcuni manifestanti si sono opposti alla sua più recente presa di potere.
Najla Bouden Romdhane è una professoressa universitaria di geofisica che diventerà la prima donna primo ministro del paese, con il compito di formare un governo stabile dopo settimane di turbolenze. Con la nomina ricevuta dovrà lasciare il suo attuale incarico di direttore generale responsabile della qualità presso il ministero dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica.
Nel suo attuale incarico Romdhane sta supervisionando i programmi della Banca mondiale, mentre come premier dovrà cercare il sostegno finanziario necessario per ripagare il debito pubblico del paese, dopo che la presa di potere di Saied a luglio ha ha comportato la sospensione dei colloqui con il FMI (Fondo Monetario Internazionale).
Saied ha licenziato il precedente primo ministro Mechichi, sospeso il parlamento e assunto ampi poteri esecutivi a luglio, ed è stato sottoposto a crescenti pressioni nazionali da parte dei partiti e del sindacato UGTT (Unione Generale Tunisina del Lavoro), ma anche internazionali da parte dei principali finanziatori occidentali, che lo hanno esortato a ripristinare il normale ordine costituzionale e formare un nuovo governo.
La scorsa settimana Saied ha modificato gran parte della costituzione, affermando che la missione principale del nuovo governo sarà quella di porre fine alla corruzione e al caos che si sono diffusi in tutti i settori inclusi sanità, trasporti e istruzione.
Romdhane sarà il decimo primo ministro del paese da quando nel 2011 le rivolte della primavera araba hanno rovesciato molti leader della regione, primo fra tutti il dittatore tunisino Zine El Abidine Ben Ali. Il paese sta ora affrontando una crisi della finanza severa dopo anni di stagnazione economica che è stata aggravata dalla pandemia di coronavirus e dalle lotte politiche interne.
La neo premier avrà meno potere rispetto ai precedenti primi ministri, mentre il presidente sarà a capo del gabinetto. Saied andrà avanti a modificare la costituzione, contando principalmente sull’enorme sostegno popolare.
Corpose proteste di oppositori si verificano comunque quasi quotidianamente nelle principali città.