Tunisia. Vertice Ticad: Saied accoglie Ghali del Polisario, la delegazione marocchina si ritira

Richiamati “per consultazioni” gli ambasciatori.

di Mohamed Ben Abdallah

TUNISI. Se non è crisi politica tra Tunisi e Rabat poco ci manca. Nella capitale tunisina si tiene infatti in questi giorni il Ticad, l’ottavo Vertice del Forum di cooperazione Giappone-Africa, e il presidente tunisino Kais Saied ha accolto tra gli invitati nientemeno che il leader del Polisario Ibrahim Ghali, una mossa che ha fatto infuriare il Marocco.
Il Polisario, Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro, è un organizzazione politica e di guerriglieri nata nel 1973 con lo scopo di ottenere l’indipendenza del Sahara Occidentale, territorio che il Marocco vede come proprio. Proclamata nel 1976 la Repubblica Democratica Saharawi (Rasd), il Polisario si è trasferito in Algeria, nei campi desertici di Tindouf (dove nel 2011 venne rapita a scopo estorsivo Rossella Urru insieme a due cooperanti), mentre il Marocco ha avviato un intenso lavoro diplomatico volto a concedere l’autonomia regionale al Sahara Occidentale sotto la propria sovranità.
Il piano di pace dell’Onu, presentato dall’inviato James Baker, prevede la soppressione della Rasd e l’istituzione di un’Agenzia per il Sahara Occidentale nel quadro autonomistico della regione sotto la sovranità del Regno del Marocco.
Lo scorso anno gli Usa hanno riconosciuto la “marocchinità” del Sahara Occidentale in cambio dell’apertura delle relazioni e del riconoscimento del Regno con Israele.
Tra i capi di Stato e di governo incontrati dal presidente tunisino Saied vi è stato appunto Ghali, cosa che di fatto ha dato l’endorsement della Tunisia alla causa del Polisario, una mossa forse finalizzata a stringere migliori legami con l’Algeria ad esempio per le questioni energetiche, ma immediatamente il ministero degli Esteri marocchino ha convocato il proprio ambasciatore con la classica formula “per consultazioni” ed ha annunciato attraverso un comunicato di fuoco che il Regno non prenderà parte al Ticad, che si tiene a partire da oggi fino a domani.
Dal ministero degli Esteri di Tunisi è stato fatto notare che “l’Unione Africana ha diffuso un memorandum invitando tutti i membri dell’Unione Africana, compresi i saharawi della Rasd”, per cui Saied non avrebbe fatto altro che gli onori di casa previsti dal protocollo. D’altronde la Tunisia è tradizionalmente neutrale, al di fuori dei conflitti regionali, e dal ministero è stata ribadita “la volontà di preservare le sue relazioni amichevoli, fraterne e storiche con il popolo marocchino” ed è stata respinta l’accusa mossa da Rabat di “assumere una posizione aggressiva nei confronti del Marocco e di ledere gli interessi marocchini”. Ed anche Tunisi ha richiamato “per consultazioni” il proprio ambasciatore a Rabat.
L’iniziativa di Saied presenta tuttavia delle difficoltà. Innanzitutto c’è da precisare che il Marocco è rientrato nel 2017 nell’Unione Africana (da dove era uscito nel 1984) proprio perché sempre più paesi africani stanno togliendo il riconoscimento alla Rasd per darlo al ben più prospero Marocco, tant’è che in molti stanno aprendo consolati a Dakhla e a El Aaiun; poi va considerato che il Marocco si presenta, con limiti fisiologici, come uno dei paesi più industrializzati dell’Africa (Renault, Nissan, Boeing, Bombardier), secondo produttore al mondo di fosfati, con l’industria del turismo e dei servizi in continua crescita e un’economia costantemente in positivo, per quanto l’indice di sviluppo umano resti medio, al 123mo posto: di certo il Giappone saprà interloquire con il Marocco anche senza il Ticad, ma il vertice di Tunisi sarebbe stato l’occasione di riservare ai padroni di casa un ruolo nelle relazioni fra i due paesi.
Con tutta probabilità l’incidente (se di questo si tratta) sarà destinato a risolversi, anche perché il Maghreb ha bisogno di ritrovare la sua frammentazione per contare maggiormente nel panorama politico internazionale: il piano dell’Onu sul Sahara Occidentale sembra l’unica soluzione percorribile per risolvere il conflitto del Polisario, ma gli stessi organismi sovranazionali non aiutano a fare chiarezza. Difetti se l’Onu non riconosce la Rasd, l’Unione Africana la riconosce, una questione regionale che ha investito la ormai meno neutrale Tunisia.