Turchia. A 20 anni dal caso Ocalan

di Shorsh Surme

Venti anni fa veniva catturato il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Ocalan in Kenya e riportato in Turchia.
Quando fu istituito il PKK in Turchia era vietato dare al proprio figlio o alla propria figlia un nome curdo, celebrare festività curde o parlare in pubblico curdo. Nello stesso epriodo i curdi dell’Iraq avevano ottenuto il sostegno internazionale nella loro lotta contro la brutale dittatura di Saddam Hussein. Data la posizione strategica della Turchia e la sua appartenenza alla Nato, non ci sono state remore nel momento in cui il Partito dei lavoratori del Kurdistan venisse considerato un’organizzazione terroristica e come tale fu bandito in occidente e criminalizzato a livello internazionale.
Inizialmente si pensava che gli Stati Uniti non avessero partecipato alla cattura di Ocalan, ma i rapporti successivi hanno dimostrato il contrario: secondo un funzionario dell’amministrazione Clinton ripreso il 20 febbraio 1999 dal New York Times in un articolo di Tim Weinerfeb, gli Stati Uniti avevano lavorato per “capire dove si trovava, dove stava andando e come dovevano portare alla giustizia” il leader curdo.
Abdullah Ocalan, detto Apo, fu processato per tradimento e condannato a morte, ma la sentenza fu commutata in ergastolo nel momento in cui la Turchia abolì la pena di morte come parte dei suoi sforzi per l’adesione all’Unione Europea. Ocalan è da 20 anni detenuto nell’isola carceraria di İmralı, circondato da ben 700 guardie armate.
Non dimentichiamo che in questo momento non solo Ocalan ma anche nove parlamentari eletti con il Partito Democratico dei Popoli (HDP) sono in prigione, accusati genericamente di terrorismo, come avviene di routine. Migliaia di giornalisti, accademici, attivisti e dissidenti sono stati incarcerati o costretti a fuggire dal paese, e le operazioni militari nel Kurdistan della Turchia hanno raso al suolo villaggi e città curde ed hanno causato decine di migliaia di sfollati interni. Di fronte a tutto ciò l’occidente è rimasto in silenzio.