Turchia. Alla Camera la riforma costituzionale che consentirà a Erdogan di essere “sultano”

di Francesco Cirillo

E’ in queste ore in discussione al Parlamento turco il disegno di legge di riforma costituzionale volto a modificare l’assetto istituzionale del paese, da parlamentare a presidenzialista.
La proposta, composta da un “pacchetto di circa 20 articoli”, arriva dopo le 316 firme del partito del presidente Recep Tayyp Erdogan, l’Akp, alle quali si dovrebbe aggiungere il via libera dei 40 deputati del partito di opposizione nazionalista del Mhp, con i quali sono stati limati alcuni passaggi della proposta. I voti necessari sono infatti 330 su 550.
Erdogan ha dichiarato in proposito che “I leader hanno trovato un accordo. Questo processo proseguirà con i lavori in commissione e nell’Assemblea generale. Dopo lo sottoporremo al popolo”, in un referendum previsto per la primavera prossima.
Per gli oppositori la riforma servirà al presidente turco per accrescere ulteriormente il proprio potere dopo aver sventato il presunto golpe del 15 luglio e soprattutto mandato agli arresti con l’accusa di essere seguaci dell’imam Fethullah Gulen (oggi autoesiliatosi negli Usa) decine di migliaia fra militari, insegnanti, accademici, amministratori pubblici, magistrati e persino diplomatici. Come pure dopo aver fatto chiudere i principali media delle opposizioni ed arrestato i dirigenti delle testate critiche nei suoi confronti.
Sostenendone il coinvolgimento con il terrorismo del Pkk, Erdogan ha anche tolto l’immunità diplomatica ai deputati curdi dell’Hdp (Partito democratico dei Popoli) e fatto arrestare alcuni di loro, tra i quali il leader Selehattin Demirtas.
Certo è che se la riforma dovesse passare, per Erdogan ricomincerebbe il conteggio dei mandati, per cui sarebbe al potere fino al 2029. Un nuovo “sultano” della Turchia, dicono gli oppositori.