Turchia. Attentato di ieri pretesto per nuova retata di oppositori: 118 membri Hdp arrestati

di Notizie Geopolitiche – 

L’attentato di ieri contro il Vodafone Arena di Istanbul, in cui una bomba esplosa fuori dallo stadio dove si stava disputando la partita Besiktas-Bursaspor ed un kamikaze fattosi saltare in aria nel parco Macka hanno causato 41 vittime (tra le quali 30 agenti di polizia), si è trasformato nell’ennesimo pretesto che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha utilizzato per dare il via a una nuova campagna di incarcerazioni contro i propri oppositori.
A rivendicare l’attacco è stato infatti il gruppo terrorista curdo Tak, i “Falconi della libertà”, una frangia estremista distaccatasi dal Pkk ed a questo erroneamente associata: un’occasione che Erdogan ha colto al volo, addossando all’intera minoranza curda la responsabilità della strage ed ordinando l’arresto di 118 dirigenti dell’Hdp, il Partito Democratico dei Popoli, formazione filo-curda che detiene 59 seggi su 550 al parlamento; tra gli arrestati i responsabili provinciali del partito di Istanbul e di Ankara, Aysel Guzel ed Ibrahim Binici.
Per agevolare l’approvazione di alcune leggi, il presidente turco aveva pochi mesi fa inoltre fatto ritirare l’immunità parlamentare ai deputati dell’Hdp, e ne aveva fatti arrestare una dozzina con l’accusa di “sospetta attività terroristica”.
Il governo di Ankara sta infatti applicando politiche volte alla repressione di ogni tipo di opposizione, una situazione che è peggiorata dopo il tentato golpe del 15 luglio scorso, in seguito al quale, con il pretesto dello “stato di emergenza”, sono stati sollevati dal loro incarico in circa 130mila tra vertici delle forze armate, dei servizi segreti, magistrati, professori con l’incarcerazione di decine di migliaia di giornalisti, intellettuali e la chiusura di centinaia di media critici verso Erdogan.