Turchia. Gli Usa non condannano l’uccisione di 13 ostaggi: convocato l’ambasciatore ad Ankara

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Mentre continuano gli scontri fra i ribelli curdi del Pkk, per cui in una maxi-operazione sono stati tratte oggi in arresto 718 persone in 40 province curde, ad Ankara scoppia il caso diplomatico tra la Turchia e gli Usa, con il ministero degli Esteri che ha convocato l’ambasciatore statunitense per proteste ufficiali.
A dire dalla parte turca gli Usa non avrebbe condannato con il giusto peso l’uccisione da parte del Pkk di 13 ostaggi turchi, per cui il ministero di Ankara ha convocato l’ambasciatore David Satterfield per esprimere “nei termini più forti possibili” la protesta del governo per la tiepida condanna.
Il dipartimento di Stato di Washington ha risposto con la disponibilità a condannare “nei termini più forti possibili” le uccisioni dei curdi, a patto che sia data conferma alla ricostruzione dei fatti presentata dalla Turchia.
Tra gli arrestati vi sono anche diversi dirigenti dell’Hdp, il Partito curdo dei Popoli che rappresenta la terza forza in Parlamento ma di cui diversi deputati, tra cui il leader Selehattin Demirtas, sono in carcere con l’accusa poco credibile di terrorismo.