Turchia. I curdi alle municipali nel tentativo di scalzare il partito di Erdogan

di Shorsh Surme

57 milioni di turchi sono chiamati oggi ad esprimere il voto in quelle che sono importanti elezioni comunali, ovvero per eleggere i sindaci di 49 città.
La competizione elettorale conta la partecipazione di 12 partiti e di 321 candidati indipendenti, e tra questi 75 sono curdi.
Ogni minuto fino al termine della giornata è prezioso per le opposizioni che durante le campagna hanno cercato di unire le loro forze nella speranza di battere il presidente Recep Tayyip Erdogan e il suo Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) nelle grandi città.
Ma qual è il ruolo curdo? E cosa guadagneranno in cambio del loro sostegno all’opposizione? Il Partito Democratico dei Popoli (HDP) ha lasciato intendere che voterà per i rivali di Erdogan dove non sono presenti i candidati dell’HDP, nelle grandi città e con la presenza di milioni potenziali elettori curdi.
I curdi che vivono nella Turchia nel Kurdistan turco sono tradizionalmente divisi in due fazioni, di cui una tende a votare l’AKP filo-islamico sin dalla sua fondazione nel 2001, mentre la seconda sosterrà sicuramente l’HDP. Questi due partiti, l’AKP e HDP, hanno tenuto molti interventi pubblici nelle ultime due settimane nella province prevalentemente curde, cosa che evidenzia l’importanza di queste aree per entrambe le parti. Ora la maggior parte di queste città sono gestite da sindaci dell’AKP, ma l’HDP spera di sostituirli con propri esponenti. Una cosa è certa: il partito curdo rimane una spina nel fianco del partito del “sultano” Erdogan.

Lo spoglio delle elezioni si sta per concludere ed il dato eclatante è la vittoria ad Ankara del candidato dell’opposizione Mansur Yavas sul fedelissimo del presidente, Mehmet Ozhaseki; i curdi vincono nelle città del Kurdistan, ad Diyarbakır (Amad), che è la capitale del con più di un milione di abitanti, poi a Van, Sirte, Giolemerg, Eder, Merdin e Kars (Qers).