Turchia. Il terzo arrivato alle presidenziali, il nazionalista Ogan, sosterrà Erdogan

di Shorsh Surme

Sinan Ogan, candidato alle presidenziali turche di un’alleanza ultranazionalista, ha annunciato il suo sostegno a Recep Tayyip Erdogan per il ballottaggio, rendendo più difficile per l’opposizione spodestare il presidente turco. 
Le elezioni parlamentari e presidenziali turche si sono svolte il 14 maggio. L’alleanza di Erdogan ha vinto la maggior parte dei seggi parlamentari, ma non è riuscita a conquistare la presidenza in quanto ha ottenuto il 49,5% dei voti. Il candidato dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu è arrivato secondo guadagnando quasi il 45%. Pertanto il consiglio elettorale ha annunciato che entrambi i candidati avrebbero corso al secondo turno il 28 maggio.
Sinan Ogan, il cui appoggio potrebbe essere decisivo al ballottaggio, è arrivato terzo alle presidenziali sostenuto dall’estrema destra del partito Ancestral Alliance (ATA), che ha sorprendentemente ottenuto oltre il cinque per cento dei voti. Martedì ha annunciato, dopo l’incontro con Erdogan e l’opposizione, la decisione di sostenere il presidente uscente.  
Erdogan è primo ministro e presidente della Turchia dal 2003, ed ha ottenuto poteri esecutivi attraverso un referendum nel 2017. 
Ogan ha affermato che le condizioni poste includono il rimpatrio dei profughi siriani, l’esclusione del Partito Democratico del Popolo (HDP) filo-curdo dal prossimo governo e la continuazione della lotta contro i ribelli curdi. 
Erdogan ha dichiarato ai media statali di non aver stretto accordi con Ogan, aggiungendo che la politica del suo gabinetto in merito ai rifugiati e alla lotta contro i ribelli curdi avrebbe comunque soddisfatto le richieste di Ogan. 
Tuttavia Umit Ozdag, presidente del Victory Party, che è la spina dorsale dell’alleanza di Ogan, ha dichiarato pochi minuti dopo l’annuncio di Ogan che le sue opinioni non riflettono quelle del suo partito, aggiungendo che la formazione politica avrebbe annunciato in seguito le sue posizioni. Si tratta di un primo segno di divisione tra i membri dell’alleanza ATA. 
Kilicdaroglu ha implicitamente criticato il terzo classificato per la sua decisione, accusandolo di “vendere questo bellissimo paese”. 
“Stiamo arrivando per salvare questo paese dal terrorismo e dai rifugiati. Questo è un referendum: nessuno può più ingannare nessuno”, ha scritto Ogan in un tweet, ribadendo la sua retorica nazionalista. 
Kilicdaroglu, che ha ottenuto la maggior parte dei voti nelle aree curde ed è stato sostenuto dall’HDP e dai suoi alleati di sinistra, ha promesso di rilasciare i prigionieri politici curdi e di porre fine alla repressione di politici, attivisti e giornalisti curdi.
Tuttavia, dopo aver realizzato che i voti dei nazionalisti sono dirimenti al ballottaggio, ha cambiato tono nel tentativo di compiacerli. Kilicdaroglu ha assunto un tono molto più duro su due questioni che sono la massima priorità per i nazionalisti: i rifugiati e il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK).
Kilicdaroglu è il leader della principale opposizione, il Partito popolare repubblicano (CHP).