Turchia. L’Irini ispeziona una nave turca, convocati gli ambasciatori di Italia, Germania e Ue

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Si è consumata in questi giorni nelle acque del Mediterraneo una battaglia navale fatta di diplomazia e politica, una sorta di altolà europeo al presidente turco Recep Tayyp Erdogan e alla sua supponenza di fare quello che gli pare.
Il caso è quello di una nave turca sospettata di portare armi in Libia, fermata e ispezionata da una nave tedesca dell’operazione europea Irini: i militari tedeschi, che operavano nel quadro della risoluzione Onu sul divieto di trasportare armi in Libia, hanno intimato ad un cargo turco di fermarsi, ma il capitano ha preferito tirare dritto infischiandosene dei continui avvisi. Dopo 5 ore di trattative tra il comando Irini di Centocelle, a Roma, e l’ambasciata turca, i militari tedeschi hanno avuto l’ordine di passare all’azione, si sono calati sulla nave turca e armi alla mano hanno imposto al comandante di fermare i motori. Hanno poi ispezionato il natante senza tuttavia trovare armi o materiali illeciti, quindi si sono ritirati e la nave turca ha ripreso il suo viaggio.
Ad Ankara la cosa non è andata giù, ed il ministero degli Esteri ha convocato gli ambasciatori di Germania, Italia e Ue per chiedere spiegazioni su “una perquisizione illegale, contraria al diritto internazionale”. Pronta la risposta del Pesc (Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue) Josep Borrell, per il quale “L’ispezione era in linea con il mandato di Irini approvato dall’Unione Europea e dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza”.
Per la ministra della Difesa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer “i nostri militari hanno fatto in modo corretto ciò che era stato loro ordinato nel quadro dell’operazione irini. Semmai è la Turchia, nostro importante alleato Nato, a porre sfide continue con i propri piani, difficili da conciliare con le posizioni europee”.