Turchia. Migranti: Erdogan domani a Bruxelles. Ma per Mitsotakis ‘l’accordo è morto’

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L’incontro di Vladimir Putin con Recep Tayyp Erdogan del 6 marzo ha avuto come effetto il cessate-il-fuoco nella regione siriana di Idlib, una sospensione delle ostilità che al momento, da quanto comunica il ministro della Difesa Hulusi Akar, sembra reggere.
Intanto il presidente turco ha ordinato alla Guardia Costiera di fermare i migranti che tentano di attraversare il mar Egeo per raggiungere le isole della Grecia “perché pericoloso”, ma ha anche chiesto alla Grecia di aprire le porte ai molti migranti e profughi che cercano di superare il confine e di “lasciarli andare in Europa”.
Erdogan si è sentito al telefono con la cancelliera tedesca Angela Merkel e domani sarà a Bruxelles per cercare di rinegoziare l’accordo del 2016, il quale prevedeva il versamento della somma di 6 miliardi di euro per gestire i quasi 4 milioni di migranti e profughi presenti in Turchia, il riavvio dei processi di adesione e l’abolizione dei visti per i cittadini turchi. Questi ultimi due punti non sono stati osservati dall’Ue, sia perché l’abolizione dei visti potrebbe permettere la libera circolazione dei miliziani turchi che hanno combattuto nelle fila dell’Isis, almeno 10mila, sia perché l’opinione pubblica europea si è dimostrata palesemente contraria all’entrata della Turchia neo-ottamanista nella Casa comune.
Il premier greco Kyriakos Mitsotakis si è poi mostrato scettico circa un nuovo accordo con la Turchia ed anzi, intervistato per la Cnn ha affermato che, dal momento che Ankara spinge volutamente i migranti alla frontiera, “In questo momento, siamo onesti, l’accordo è morto”.

Kyriakos Mitsotakis. (Foto: Twitter).