Turchia. Mongelli (Fidu), ‘Voto autoritario, sostenere l’opposizione’

L’attivista, 'Erdogan vince perché controlla media e cavalca paure'

Agenzia Dire –

La vittoria di Recep Tayyip Erdogan al secondo turno delle presidenziali “rappresenta il successo di quel sistema autoritario che ha costruito fino alle elezioni che abbiamo appena visto. Non dimentichiamo che andare al voto non significa in automatico che ci siano le condizioni per elezioni libere e giuste, fondamenta di una democrazia sana”. Così la vicepresidente della Federazione italiana diritti umani (Fidu), Eleonora Mongelli, commentando per l’agenzia Dire il ballottaggio di ieri in Turchia, che si è concluso con la riconferma del capo di Stato uscente.
Secondo l’esperta, Erdogan “ha costruito la sua campagna elettorale sulla paura: quella per i migranti, per i valori occidentali, per la comunità Lgbt, per il terrorismo. Ci sono stati arresti di dissidenti, avvocati, giudici. Il mondo accademico è tenuto costantemente sotto pressione – continua Mongelli – mentre si esercita il controllo sui media e la magistratura”. La vicepresidente di Fidu evidenzia come “queste politiche tipiche del governo Erdogan sono state messe in atto anche in questa campagna”. Insomma per vincere “sono stati usati metodi non democratici”. Ci sono poi le tante denunce di brogli e irregolarità nelle procedure di voto e nei conteggi, “a cui dovrà seguire un lavoro di verifica”.
Quanto al futuro, Mogelli afferma: “Erdogan ha invocato una ‘nuova Turchia’ basata su quei valori nazionalisti e identitari su cui ha centrato la sua campagna elettorale, un Paese devoto all’islam sunnita e alla famiglia tradizionale che criminalizza i valori Lgbt e etichetta i curdi come terroristi. Per le opposizioni si apre uno scenario difficile, si andrà insomma verso un rafforzamento del ruolo della Turchia nazionalista sul piano internazionale e non è un caso- evidenzia l’esperta- che i primi a congratularsi col presidente siano stati la Russia di Putin e i Paesi arabi”. Un’era in cui “continueremo a vedere ignorate le sentenze della Cedu”.
Negli anni, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato varie volte Ankara per abusi e violazioni, in particolare su casi di prigionieri di coscienza tra cui il direttore di Amnesty International Taner Kilic, dell’imprenditore e attivista Osman Kavala oppure del leader del partito di opposizione filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas.
La vicepresidente di Fidu conclude dunque con un appello alla comunità internazionale: “Non deve far calare il silenzio sulle sistematiche violazioni di diritti umani, sostenendo il più possibile l’opposizione democratica”.