Turchia. Muore dopo 238 giorni di sciopero della fame l’attivista Ebru Timtik

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Dopo 238 giorni di sciopero della fame è morta presso l’ospedale di Bakirkoy l’attivista politica Ebru Timtik, arrestata nel 2017 di far parte del DHKP-C (Fronte rivoluzionario per la liberazione popolare), formazione ritenuta terroristica non solo dalla Turchia, ma anche dall’Ue e dagli Usa in quanto responsabile di numerosi e gravi attentati.
Timtik in realtà non aveva nulla a che fare con le azioni di sangue, bensì il suo impegno era per l’emancipazione delle donne e per la minoranza curda, ma era bastata la testimonianza a tratti contraddittoria di un ex militante per incastrarla, ed anche di recente la Corte costituzionale di Turchia aveva rigettato una richiesta di rilascio sia per Ebru Timtik che per Aytac Unsal, un altro avvocato in sciopero della fame.
Non sono tuttavia rari i casi come quello di Timtik, dal momento che le prigioni turche pullulano anche di semplici oppositori del regime, tra cui diversi parlamentari del partito curdo Hdp, uno dei quattro presenti in Parlamento, legale e ben altra cosa rispetto al Pkk.
In aprile era morta dopo 288 giorni di fame un’altra attivista del DHKP-C, la cantante 28enne Helin Bolek, anche lei ben lontana dai fatti di sangue che hanno caratterizzato negli anni recenti la formazione politica di sinistra.