Turchia. Respinto l’appello per la liberazione del pastore statunitense Brunson

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Un tribunale turco ha respinto l’appello per il rilascio del pastore evangelico statunitense Andrew Brunson, il quale dovrà per il momento rimanere agli arresti domiciliari a Smirne. Brunson è accusato di cospirazione e terrorismo per aver avuto all’indomani del fallito golpe (presunto o vero che sia stato) del 15 luglio 2016 contatti con il Pkk e con seguaci dell’imam Fethullah Gulen, ritenuto dal regime di Erdogan essere la mente della presunta azione eversiva. In caso di condanna rischia fino a 35 anni di reclusione.
La cosa tuttavia ha il sospetto di essere una sorta di ricatto nei confronti degli Usa per la mancata estradizione del ricco imam Fethullah Gulen, ritenuto dal presidente Recep Tayyp Erdogan la mente ispiratrice del golpe del 2016.
Per l’arresto di Brunson l’amministrazione Trump ha introdotto sanzioni nei confronti di Suleyman Soylu, ministro dell’Interno, e di Abdulhamit Gul, ministro della Giustizia, “titolari – è stato spiegato dal dipartimento di Stato Usa – dei dicasteri maggiormente responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani avvenute finora in Turchia”.