Turkmenistan. Il presidente Berdymukhamedov ha promosso suo figlio vice premier

di Alberto Galvi

Una nuova dinastia politica sta nascendo in Asia centrale da quando il presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdymukhamedov ha promosso il suo unico figlio alla carica di vice primo ministro.
Il capo di Stato turkmeno ha diretto l’ex repubblica sovietica per quasi 20 anni come un sovrano assoluto che non tollera il dissenso. Dal punto di vista economico ha modificato la destinazione delle esportazioni di gas naturale dalla Russia alla Cina.
Il presidente è stato eletto direttamente a maggioranza assoluta con voto popolare in 2 turni se necessario per un periodo di 7 anni. Le ultime elezioni si sono svolte il 12 febbraio 2017, mentre le prossime si terranno nel febbraio 2024.
Il figlio Serdar, che in precedenza era stato governatore regionale e poi ministro, è ampiamente considerato come successore di suo padre, che con il proprio culto della personalità è il leader del Turkmenistan dal 2006.
Berdymukhamedov presiede il governo e non ha un primo ministro, il che significa che suo figlio risponderebbe direttamente a lui nella sua nuova carica. I figli dei leader autocratici dell’Asia centrale sono spesso visti come potenziali successori dei loro genitori.
Oltre alla carica di vice primo ministro, il presidente turkmeno ha anche nominato suo figlio capo della Camera di controllo del Paese, il massimo organo di controllo statale e lo ha anche nominato membro del Consiglio di sicurezza presidenziale.
Prima di diventare governatore di Ahal, Serdar Berdymukhamedov è stato viceministro degli Esteri. Attualmente detiene anche un seggio in parlamento. L’Assemblea nazionale unicamerale è composta da 125 seggi, con membri eletti direttamente dai collegi uninominali a maggioranza assoluta. I membri rimangono in carica per un mandato di 5 anni.
Il regime autoritario centroasiatico è stato accusato da gruppi per i diritti internazionali di dirottare i proventi energetici verso progetti di scarso beneficio a lungo termine per la popolazione. Il Turkmenistan rivendica consistenti riserve di valuta estera, ma i dati non trasparenti limitano la capacità delle istituzioni internazionali di verificare queste informazioni.
L’economia del Turkmenistan dipende dalle esportazioni delle sue vaste riserve di gas naturale al fine di diversificare le vendite. Il governo di Ashgabat sta portando avanti due iniziative per trasportare il gas verso nuovi mercati: un gasdotto trans-caspico che porterebbe il gas in Europa e il gasdotto TAPI (Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India) che porterebbe il gas estratto in Turkmenistan fino in India attraverso Afghanistan e Pakistan.
Il governo turkmeno ha ridotto i sussidi che rendevano gratuiti servizi come acqua, gas ed elettricità a causa di una stretta del prezzo del petrolio nel 2014 e la cessazione di un rapporto di esportazione di gas di lunga data con la Russia nel 2016. Il governo ha così tagliato i sussidi in diverse aree e gli arretrati salariali sono aumentati.