di Silvano Danesi * –
Giorgia Meloni ha mandato prima un osservatore da Emmanuel Macron, poi si è presentata lei in video conferenza da Keir Starmer, ribadendo due concetti fondamentali: l’Italia non invierà un solo soldato in Ucraina e qualsiasi operazione di peacekeeping deve essere in forza di una risoluzione dell’Onu, la qual cosa significa che devono essere d’accordo Usa e Russia.
Macron fa orecchie da mercante e Starmer tenta di intrufolarsi con i suoi “Volonterosi” per dare fiato alla logica guerrafondaia dei fabiani e dei neocon. E’ ora che Palazzo Chigi dica chiaramente “Basta”.
Basta sceneggiate, basta idiozie, basta ipocrisie, basta con logiche guerrafondaie, basta con i leader che vogliono fare i generali con i soldatini di piombo. Macron e Starmer fingono di esser sordi e ciechi o, più semplicemente, tentano di mettere sabbia nell’ingranaggio della pace?
La Russia lo ha detto più volte di essere categoricamente contraria alla presenza di truppe straniere in Ucraina, “Non sarà consentito l’ingresso di peacekeeper”.
Tutte le dichiarazioni della Gran Bretagna e della Francia sulla loro disponibilità a inviare le loro truppe rimarranno solo dichiarazioni. Come ha affermato il Rappresentante permanente della Federazione Russa presso le organizzazioni internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov, la Russia non darà il permesso all’introduzione di truppe straniere nel territorio ucraino.
Mosca è categoricamente contraria alla presenza di truppe straniere in Ucraina, sotto qualsiasi auspicio. Come ha ripetutamente affermato il Ministero degli Esteri russo, la Russia non darà il permesso all’introduzione delle cosiddette “forze di peacekeeping” e le truppe introdotte aggirando il divieto saranno considerate un obiettivo legittimo per l’esercito russo.
Macron e Starmer, che propugnano l’invio delle truppe, stanno blaterando, fingono, fanno propaganda? Oltre un certo limite anche la pazienza e il tatticismo devono finire.
Basta. L’Italia dica chiaramente che non parteciperà più alle sceneggiate anglo francesi. Abbiamo altro da fare che correr dietro alle follie di Londra e di Parigi. Stiamo con gli Usa alla ricerca della pace. Punto. Quelle di Starmer sono proposte ridicole.
Secondo il quotidiano britannico The Times nella riunione virtuale della cosiddetta coalizione dei “Volenterosi” il premier britannico, Keir Starmer, avrebbe discusso piani per una forza di pace occidentale composta da oltre 10 mila militari da mandare in Ucraina in seguito a una ipotetica tregua.
Considerato che il fronte è di 1.700 chilometri avremmo sei militari per chilometro. A far cosa? Per fare un paragone, attualmente la missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) in Libano conta circa 10mila militari Onu provenienti da oltre 40 paesi. Il “fronte del Libano del Sud” se ci si riferisce al confine meridionale del Libano con Israele, dove c’è stato il conflitto con Hezbollah, ha una lunghezza di circa 79 chilometri. I 10mila militari Unifil, come hanno dimostrato le recenti vicende belliche al sud del Libano, non sono serviti a niente.
Nell’edizione domenicale The Times spiega anche che “anche due navi cacciamine, trasferite dalla Royal Navy alla flotta ucraina l’anno scorso, stanno prendendo parte a esercitazioni di addestramento, pronte a essere dispiegate nel Mar Nero in caso di cessate-il-fuoco”. Navi che “non sono riuscite a entrare durante la guerra perché lo Stretto del Bosforo è stato chiuso”. Fonti governative di alto livello, prosegue The Times, hanno affermato che il primo ministro Starmer avrebbe ottenuto “molto più” sostegno rispetto ai tre paesi che, originariamente, si erano offerti di fornire truppe di terra, anche se è probabile che la maggior parte della forza proverrà da Regno Unito e Francia.
Tanti auguri, ma basta. L’Italia mandi al diavolo Londra e Parigi. Non abbiamo altro tempo da perdere per la propaganda franco inglese.
Nel frattempo a Kiev, come riporta Rbc-Ucraina, continua il balletto delle colpe ai militari. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha cambiato il capo di Stato maggiore delle forze armate ucraine, affidando la carica al maggiore generale Andriy Gnatov, in precedenza vice capo di stato maggiore.
L’avvicendamento è legato tra le altre cose alla necessità di “aumentare l’efficienza della gestione verticale delle forze armate, in particolare nel processo di riorganizzazione e implementazione della struttura, il processo decisionale con il Comandante in capo, l’implementazione dell’esperienza di combattimento nella pianificazione e gestione delle truppe”. La situazione al fronte è decisamente compromessa per la spedizione ucraina a Kursk, che si vuole suggerita da Londra.
Secondo quanto scrive Analisi Difesa, la situazione di un giorno fa vedeva le forze russe del Raggruppamento Nord che continuavano ad avanzare verso il confine ucraino dopo aver ripreso il controllo di Sudzha e di diversi villaggi tra la cittadina e la frontiera nella regione di Kursk.
I russi, scrive Analisi Difesa, hanno liberato Zaoleshenka e l’insediamento di Goncharovka, mentre tutti i quartieri di Sudzha sono stati ripuliti dalle ultime sacche di resistenza.
Fonti russe hanno rivendicato anche la liberazione di Podol Podol (immediatamente a sud di Sudzha), Rubanshchina (a ovest di Sudzha) e Molovoi (a sud di Sudzha) mentre le forze di Mosca avrebbero raggiunto Oleshnya, a sud-ovest di Sudzha sul confine russo-ucraino,
Il comandante russo del settore, il maggiore generale Apti Alaudinov, ha affermato il 12 marzo che le forze russe hanno liberato Sudzha e stanno attaccando gli insediamenti rimanenti lungo il confine internazionale. Le forze armate russe hanno reso noto di aver preso il controllo nell’ultima settimana di 28 centri abitati della regione russa di Kursk e del villaggio di Novenkoe, nella regione ucraina di Sumy.
Secondo bloggers militari russi nella sacca vi sarebbero i resti della 61ma brigata meccanizzata e di quattro brigate d’assalto aviotrasportate, cioè di fanteria leggera, (80ma, 82ma e 95ma e 92°ma) dei reggimenti di “Aidar” e 225ma.
Le stesse fonti riferiscono di una ritirata caotica sia con veicoli, sia a piedi verso Yunakovka sotto il tiro del fuoco russo: droni, bombe d’aereo e artiglieria. Un contesto tattico solo in parte visibile nella mappa dell’ISW qui sotto che sarebbe, secondo Analisi Difesa, già superata dagli eventi nel pomeriggio del 13 marzo.
L’occupazione ucraina del territorio russo è pertanto giunta alla fine. Anche in questo caso i suggerimenti inglesi hanno solo creato le condizioni di una strage di soldati e di mezzi. Stare lontani dagli strateghi inglesi sembrerebbe d’obbligo. Lo stesso vale per i francesi, cacciati in malo modo dall’Africa in Niger, Burkina Faso, Mali e Senegal, con l’arrivo, a sostituirli, dei russi.
Se questi sono gli strateghi della guerra e delle missioni di peacekeeping del Volonterosi, meglio stare alla larga.
* Articolo in mediapartnership con Nuovo Giornale Nazionale.