di Guido Keller –
Continuo scambio di missili e di droni tra l’Ucraina e la Russia. Le autorità di Kiev hanno riferito di essere riuscite ad abbattere quattro missili aviolanciati ipersonici Kh-47 M2 Kinzhal dalla regione russa di Tambov, ma il danno provocato dai quasi 500 droni su obiettivi militari ucraini, complessi industriali bellici e altro, è ingente. Colpiti anche alcuni edifici abitativi. Una fabbrica per la produzione di sistemi di guerra elettronica è invece stata colpita e incendiata da due droni a Cheboksary, nella regione russa della Ciuvascia, mentre una cinquantina di droni sono stati intercettati e distrutti dai sistemi difensivi. I rottami di un drone sono caduti su una dacia del villaggio di Sokolovo-Khomyanovo, nel governatorato di Mosca, ferendo una donna di 75 anni.
Nonostante la portata dei bombardamenti russi, l’intelligence Usa ritiene che ancora non si tratti della risposta di Mosca agli attacchi di settimana scorsa presso le basi aeree militari che hanno portato alla distruzione di diversi bombardieri strategici, ma già stamane lo stato maggiore della Polonia ha riferito che sono stati fatti volare nei cieli dell’Ucraina occidentale diversi aerei da combattimento polacchi e alleati a seguito del massiccio attacco di droni alla città di Rivne, dove è rimasta ferita una persona. Depositi di armi occidentali e impianti industriali sono infatti posizionati perlopiù nell’Ucraina occidentale, e Rivne si trova a circa 270 chilometri dal confine polacco. Nell’area, per la precisione nella vicina Dubno, missili ucraini hanno distrutto una base aerea militare, come riportato dal ministero della Difesa di Mosca.
Ukrinform ha ripreso lo Stato maggiore interforze secondo cui in un attacco ucraino condotto presso la base aerea russa di Savasleyka, nell’oblast di Nizhny Novgorod, sono stati distrutti due aerei da caccia probabilmente due Mig-31K.
Sul terreno i russi continuano ad avanzare in diversi settori del fronte, seppure lentamente. Il ministero della Difesa russo ha riportato di villaggi conquistati nella regione di Dnipropetrovsk, dove hanno distrutto un’area utilizzata per il lancio di droni. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha spiegato in occasione dell’incontro settimanale con la stampa che “al momento non sono previsti nuovo colloqui” tra le parti, ma che è in corso lo scambio di prigionieri stabilito di recente a Istanbul. Ha anche spiegato che l’operazione in corso a Dnipropetrovsk ha lo scopo di creare una zona cuscinetto.
Peskov è anche intervenuto sul piano della Nato di aumentare del 400% la capacità di difesa aerea: “se vogliono usare i soldi dei contribuenti per contrastare la fantomatica minaccia russa, liberi di farlo. Risponderemo a queste posture aggressive dei paesi Nato, compresi i nuovi paesi Nato”, con riferimento evidente a Finlandia e Svezia.
Ad annunciare di voler portare al prossimo vertice de l’Aja l’aumento della spesa militare al 3,5% del Pil per i paesi membri e a implementare la forza aerea del 400% è stato il segretario generale della Nato Mark Rutte. Berlino ha già parlato di un aumento di 50 – 60mila effettivi.
Intervistato per l’Abc News, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lamentato il fatto che 20mila missili difensivi promessi dall’amministrazione Biden sono stati mandati da Donald Trump in Medio Oriente: “si trattava di una tecnologia su cui contavamo per fermare gli Shahed”, cioè i droni di produzione iraniana “con i quali abbiamo un grosso problema”. I servizi segreti ucraini hanno reso noto di un nuovo tipo di drone russo, il V2U, il quale sarebbe in grado di individuare in modo autonomo gli obiettivi grazie all’intelligenza artificiale.